Terremoto: tecnologia ENEA per edifici a danno zero e per ricostruire i centri storici in sicurezza
A pochi giorni dall’anniversario del sisma del 30 ottobre 2016, la scossa più forte mai registrata in Italia dopo quella del 1980 in Irpinia, ENEA presenta un brevetto per realizzare edifici ex novo “a danno zero” e per ricostruire in sicurezza i centri storici, sviluppato in collaborazione con Tekva, azienda toscana che opera in Italia e all’estero nel mercato delle opere civili. Si tratta di una piattaforma in cemento armato, alleggerita mediante tubi in vetroresina, che consente di abbattere fino all’80% gli effetti delle scosse sismiche sugli edifici, con tempi di costruzione ridotti e a costi competitivi, rispettando l’assetto urbanistico e architettonico dei centri urbani preesistenti. Oltre al vantaggio dell’isolamento sismico, il sistema offre la possibilità di utilizzare i tubi per il passaggio dei servizi (acquedotto, fognature, gas, impianti elettrico e telefonico, teleriscaldamento) rendendone semplici ed economiche l’installazione, l’ispezione e la manutenzione.
“Il sistema brevettato da ENEA e Tekva consente a tecnici e amministratori locali di prendere in considerazione la possibilità di ricostruire “come era” e, laddove possibile, “dove era” e per questo può essere una soluzione efficace per la ricostruzione di centri storici al fine di conservarne la memoria storica come, ad esempio, nei casi dei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto”, spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca dell’ENEA. “Sul basamento, di superficie anche molto grande, si possono riprodurre gli edifici preesistenti di qualsiasi tipologia e materiali e anche aggregati edilizi complessi di forma irregolare”.
A livello operativo, dopo l’esecuzione dello scavo nell’area d’interesse, si realizza un basamento di cemento armato, alleggerito con tubi in vetroresina o altro materiale. All’interno del basamento, tra la parte inferiore poggiata sul terreno e quella superiore, che sosterrà le costruzioni, vengono inseriti i dispositivi di isolamento sismico al fine di ‘disaccoppiare’ il moto dell’edificio da quello del terreno. Completano l’opera pareti perimetrali connesse alle parti inferiori dei tubi e altre pareti connesse alle parti superiori ed eventuali ulteriori dispositivi di dissipazione.
“La realizzazione del basamento è semplice e veloce. In generale, con l’isolamento sismico si spende di più in fondazione ma si recupera in elevazione perché le strutture sovrastanti saranno progettate e costruite per sopportare azioni sismiche molto ridotte e, pertanto, con risparmi significativi dovuti sia alla minore quantità di materiale che alla maggiore semplicità dei dettagli costruttivi. L’isolamento sismico è addirittura competitivo rispetto alle tecniche tradizionali, almeno in zone a media e alta sismicità”, conclude Clemente.
Per supportare la ricostruzione nei 138 comuni danneggiati dal terremoto, in collaborazione con CNR-IGAG, INGV e Università degli studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, ENEA ha curato la raccolta di 12 articoli scientifici dedicato alla stima della pericolosità sismica del territorio per lo Speciale del Bulletin of Earthquake Engeneering, dal titolo “Seismic Microzonation of Central Italy following the 2016-2017 Seismic Sequence” Issue editors Salomon Hailemikael Sara Amoroso Iolanda Gaudiosi (Vol. 18, Issue 12, Springer - https://link.springer.com/journal/10518/volumes-and-issues/18-12).
Gli studi sono stati realizzati nell’ambito delle attività per la Microzonazione sismica dell’Italia centrale coordinata dal Centro per la Microzonazione Sismica (CentroMS) e finanziata dal Commissario di Governo per la ricostruzione, che ha coinvolto 114 gruppi di professionisti e oltre 100 ricercatori, tra cui gli esperti dell’ENEA. Il CentroMS raccoglie i maggiori enti di ricerca e dipartimenti universitari con l’obiettivo di fornire supporto scientifico e tecnico ai soggetti interessati alla microzonazione sismica e alle sue applicazioni, alla pianificazione urbanistica e alle problematiche geologiche, geotecniche e geofisiche connesse all’emergenza sismica.
“Le caratteristiche geologico-geotecniche dei siti possono concorrere a modificare sensibilmente lo scuotimento sismico atteso alla fondazione e determinare altri effetti indesiderati come frane, cedimenti, liquefazione del terreno”, spiega Salomon Hailemikael del Laboratorio Tecnologie per la DInamica delle Strutture e la PREVenzione del rischio sismico e idrogeologico dell’ENEA, e per questo la microzonazione sismica è di fondamentale importanza per ottenere una vera e propria “fotografia” delle aree a maggior pericolosità, utile per la pianificazione e la ricostruzione in sicurezza”.
Brevetti e studi dell’ENEA si inseriscono nel contesto delle attività di ricerca e sviluppo tecnologico realizzate dall’Agenzia per la PA, le imprese e i cittadini al fine di garantire: supporto nella valutazione di politiche, piani e strategie per l’adattamento e la mitigazione dei rischi derivanti da cause naturali e antropiche, con particolare riferimento ad eventi estremi, come quelli sismici; modelli e sistemi per l’analisi e per lo sviluppo di scenari di valutazione degli impatti antropici e la riduzione dei rischi naturali sia in ambito locale sia su scala nazionale per interventi di risanamento e di policy; tecnologie antisismiche innovative ad edifici civili ed industriali, al patrimonio storico-culturale e monumentale.
Fonte: ENEA
Satelliti, sensori e algoritmi: la metodologia ENEA per la ricostruzione post-sisma
A distanza di 4 anni dal sisma che ha colpito il Centro Italia, l'Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, l’ENEA, presenta una metodologia innovativa che consente di caratterizzare le macerie prodotte a seguito di terremoti e di valutare in tempi rapidi e a costi contenuti la tipologia di materiali, l’eventuale pericolosità, ma anche di localizzarle e stimarne superfici e volumi.
Questa metodologia combina tecniche di telerilevamento basate su dati acquisiti da sensori ad alta risoluzione aerei e satellitari, e rilievi in situ per la calibrazione dei dati acquisiti in remoto. Lo sviluppo e i test sulla nuove metodologia sono stati effettuati da un team multidisciplinare di ricercatori ENEA su un campione rappresentativo di macerie del centro storico di Amatrice.
Per individuare i cumuli di macerie e determinare l’entità del danno subito dagli edifici, i ricercatori hanno utilizzato i dati satellitari Sentinel-2 del Programma ESA Copernicus per la Gestione delle Emergenze (EMS).
Le analisi geospaziali eseguite in ambiente GIS, attraverso l'uso di algoritmi di machine learning, hanno consentito di stimare sia i volumi che le principali tipologie di macerie. Ne è emersa la presenza di cemento (59%), mattoni naturali (9%), altri materiali, tra cui metallo (8%), e tracce di amianto.
Inoltre, mettendo insieme i risultati dell’applicazione della metodologia alla mappa di microzonazione sismica del territorio, i ricercatori sono stati in grado di realizzare una vera e propria “fotografia” delle aree più a rischio. Questo è utile per la pianificazione territoriale e la ricostruzione in sicurezza delle aree colpite dal sisma.
Tutto ciò consentirà anche di potenziare il Sistema di Previsione e di Supporto alle Decisioni e la base operativa di EISAC.it (European Infrastructure Simulation and Analysis Centre), il primo centro in Europa per la sicurezza delle infrastrutture strategiche, gestito da ENEA e INGV. In caso di eventi estremi il sistema fornisce supporto a Protezione Civile, Pubbliche Amministrazioni e gestori di reti critiche nelle attività di analisi del rischio e protezione delle infrastrutture, garantendo la continuità dei servizi essenziali (comunicazioni, trasporti, elettricità e acqua) e potenziando la resilienza.
Tale metodologia sviluppata è descritta in uno studio pubblicato sulla rivista internazionale ISPRS International Journal of Geo-Information ed è stata anche presentata nell’ambito dell’International Conference on Computational Science and its Applications (ICCSA 2020).
A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork
in collaborazione con ENEA
Umbria, indagini di microzonazione sismica, la regione stanza oltre un milione di euro
La Giunta regionale ha destinato 1.219.000 euro per lo svolgimento di azioni per la riduzione del rischio sismico per le aree più soggette ai fenomeni sismici.
Tale finanziamento è stato destinato ad un totale di 47 comuni, attraverso un apposito bando di manifestazione di interesse.
Tali comuni sono: Amelia, Attigliano Avigliano Umbro, Baschi, Bettona, Calvi dell’Umbria, Cascia, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Collazzone, Costacciaro, Fabro, Fossato di Vico, Fratta Todina, Giano dell’Umbria, Giove, Gualdo Cattaneo, Gubbio, Lisciano Niccone, Lugnano in Teverina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montecastrilli, Montecchio, Montefalco, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Narni, Norcia, Orvieto, Otricoli, Paciano, Passignano Sul Trasimeno, Penna in Teverina, Perugia, Preci, San Gemini, San Venanzo, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Spoleto, Terni, Todi, Torgiano, Umbertide.
La Regione Umbria afferma che tale operazione consentirà a tutti i 47 comuni di disporre di microzonazioni sismiche di estremo dettaglio per i capoluoghi e per le principali località. Tutti i comuni inoltre, dispongono già di analisi territoriali sul rischio sismico, messe a disposizione dalla Sezione geologica regionale, per l’utilizzo ai fini urbanistici e di protezione civile.
Il responsabile delle microzonazioni sismiche e della geologia della Regione Umbria, Andrea Motti, afferma che negli ultimi 30 anni sono state svolte molte attività di microzonazione sismica che indicano le aree in cui si hanno localmente amplificazioni delle forze sismiche generate dai terremoti ed i risultati sono utilizzati per progettare in maniera corretta gli edifici in aree non soggette a frane o crolli generati dai terremoti. Inoltre, Motti afferma che l'utilità di tali strumenti di conoscenza è un dato di fatto che si è riscontrato con dati oggettivi anche durante gli eventi sismici del 2016 e che le intensità macrosismiche rilevate (ICM) in Umbria sono più basse, diffuse e uniformi, rispetto a quanto ci si poteva attendere, con valori inferiori di 0.5 fino a 3 gradi di intensità macrosismica.
In un analisi effettuata prendendo a riferimento l’estensione completa dei 3 comuni umbri della zona epicentrale (Norcia, Preci Cascia), si è rilevato che l'intensità sismica è di almeno 1 grado inferiore rispetto a quanto ci si poteva attendere con le forze sismiche registrate dalle strumentazioni sismiche. Ciò è dovuto agli interventi di riduzione del rischio sismico realizzati nel corso degli ultimi 30 anni.
Attualmente la Sezione geologica regionale sta sviluppando ulteriori strumenti di analisi che permetteranno una valutazione geologica, a scala regionale e locale, ancora più approfondita.
A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork
Terremoto Centro Italia: laboratori ENEA aperti per coinvolgere la popolazione nella ricostruzione
Combinare elementi tecnologici e socio-culturali coinvolgendo la cittadinanza nella ricostruzione delle località del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016-2017. Questo l’approccio innovativo di ENEA, insieme alle università romane Sapienza e Roma Tre, messo in atto nell’ambito del Progetto SISMI del Distretto Tecnologico per i Beni Culturali del Lazio.
In particolare, i cittadini di Collespada, la frazione di Accumoli (Rieti) fortemente danneggiata dal sisma del 30 ottobre 2016, sono stati coinvolti nella sperimentazione e hanno condiviso i risultati delle simulazioni sul comportamento sismico delle strutture storiche e i dati sull’efficacia degli interventi effettuati e sulle tecnologie di recupero e miglioramento sismico adottate. Contemporaneamente, sono stati messi a disposizione della cittadinanza metodi e risultati dei test di verifica sismica effettuati sui materiali e sulle tecniche di intervento per la ricostruzione e il recupero.
“Il nuovo approccio ha previsto da una parte la verifica di tecnologie e metodiche già acquisite a livello scientifico e rese disponibili alle imprese che operano nel settore e dall’altra la comunicazione della loro efficacia attraverso il coinvolgimento dei cittadini alla sperimentazione sia direttamente in laboratorio, sia in collegamento via internet, con la possibilità di dialogare con i ricercatori durante l’esperimento”, spiega l’ingegner Gerardo De Canio che ha condotto fino a dicembre i test sulle “tavole vibranti” del Centro Ricerche ENEA di Casaccia, tra le più grandi d’Europa, che consentono di riprodurre le diverse intensità e tipologia delle onde sismiche.
Nei test sono state utilizzate malte e tipologie murarie con le stesse caratteristiche della zona di Accumoli e di Amatrice. Le prove sismiche sono state eseguite in due fasi: la prima per determinare il valore di accelerazione al suolo che provoca un danno significativo a cui è seguito l’intervento di rinforzo strutturale; la seconda che ha previsto la ripetizione delle prove per verificare l’efficacia del rinforzo stesso.
“Tutta la comunità della frazione di Collespada si è immediatamente mobilitata dopo l’evento sismico, formando un comitato ed attivandosi per cercare soluzioni operative unitarie, non frazionate nei singoli interventi. E' grazie al grande impegno e alla coesione dei proprietari delle abitazioni nel presentare pratiche uniche che è stato possibile avviare la ricostruzione unitaria della località, tra le prime del genere”, conclude De Canio.
Oltre al comitato degli abitanti di Collespada, i soggetti esterni con cui sono stati condivisi i risultati delle prove sperimentali e delle ricerche effettuate, sono stati il Comune di Accumoli, il Centro Operativo Intercomunale, lo studio di progettazione Arking Associati e la società Fibrenet. L’attività sperimentale è tuttora in atto per fornire ulteriori informazioni sull’efficacia degli interventi di consolidamento.
Fonte: Enea
Sismabonus, il MIT aggiorna le Linee guida
Il Ministero delle infrastrutture e trasporti ha pubblicato un nuovo decreto che aggiorna le Linee guida sul Sismabonus con alcune specifiche in merito alle modalità di presentazione dell’asseverazione nonché in merito all’applicabilità del Sismabonus anche agli interventi di demolizione e ricostruzione.
Il D. Min. Infrastrutture e Trasp. 09/01/2020, n. 24 - pubblicato sul sito del Ministero il 15/01/2020 - reca modifiche alle Linee guida tecniche concernenti la classificazione del rischio sismico delle costruzioni nonché le modalità per l'attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell'efficacia degli interventi effettuati, ai fini dell’applicazione del c.d. “Sismabonus” (Linee guida a loro volta contenute nel D. Min. Infrastrutture e Trasp. 28/02/2017, n. 58).
Le modifiche scaturiscono essenzialmente:
1) dalla necessità di adeguare il D.M. 58/2017 alle disposizioni regionali in materia edilizia, con particolare riferimento alle istanze per il rilascio dei titoli abilitativi: il nuovo comma 3 dell’art. 3 del D.M. 58/2017 specifica che il progetto degli interventi per la riduzione del rischio sismico, con l’asseverazione della classe di rischio dell'edificio precedente l'intervento e quella conseguibile a seguito dell'esecuzione dell'intervento progettato, va presentato (in allegato alla SCIA o alla richiesta di permesso di costruire) tempestivamente, e comunque prima dell’inizio dei lavori;
2) dalla necessità di adeguare il modello di cui all’Allegato B (Asseverazione del progettista) alle conclusioni dell’Agenzia delle entrate in merito all’applicabilità del Sismabonus anche agli interventi di demolizione e ricostruzione (si vedano in proposito: Sismabonus ammesso per interventi di demolizione e ricostruzione e Sismabonus per intervento di demolizione con ricostruzione su diversa area di sedime).
Nel testo del D. Min. Infrastrutture e Trasp. 09/01/2020, n. 24, appaiono tuttavia presenti ancora alcuni piccoli refusi che hanno caratterizzato fin dalla prima versione l’Allegato A del D.M. 58/2017 (Linee guida per la classificazione del rischio sismico).
Si ricorda che il “Sismabonus” è al momento previsto fino a tutto il 2021.
Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it
Ricostruzione post terremoto in Emilia. La “Casa dei giovani” progettata da Massimo Iosa Ghini.
In occasione del terremoto in Emila nel 2012, il paese di Crevalcore è stato fra i comuni più colpiti. Anche l’Oratorio, a fianco della parrocchia San Silvestro, fulcro di incontro per la comunità, ha subito danni irreparabili.
La ricostruzione di quest’ultimo è stata realizzata grazie al contributo raccolto dall’iniziativa di solidarietà “Ricostruiamo” promossa da Confindustria Emilia (all’epoca Unindustria Bologna) con il progetto di Iosa Ghini Associati, e finalmente lo scorso settembre è stata inaugurata la nuova “Casa dei giovani”, una struttura polivalente.
La completa riprogettazione dell’oratorio ha trasformato l’edificio, da sempre cuore e ritrovo dei giovani nel paese, in uno spazio aperto e funzionale: un cortile dove si potrà giocare a basket, a pallavolo o a calcetto, una zona cucina, un’area giochi dotata di calcio balilla e tavolo da ping pong.
Il progetto ha previsto la realizzazione di una struttura multifunzionale che occupa una superficie complessiva di 850 mq estesa su tre piani, che accoglie otto aule polivalenti, un salone di 90 mq, una sala studio e lettura, una sala per la preghiera e diversi uffici. In questi locali troverà sede anche l’associazione “La Bussola”, che si occupa di integrazione e di disagio sociale all’interno del territorio comunale.
La nuova Casa dei Giovani pensata da Iosa Ghini Associati è curata fin nei minimi dettagli per garantire uno spazio accogliente e diversificato ai giovani di Crevalcore. L’operazione di ricostruzione è stata realizzata rispettando le caratteristiche architettoniche locali, con l’uso di materiali, elementi e sistemi costruttivi propri della tradizione del territorio, come il mattone faccia vista, il legno e l’intonaco. L’opera accoglie fino a 200 persone. L’utilizzo dei materiali è stato studiato appositamente per contenere i costi di costruzione, garantendo al contempo una semplice messa in opera ed una alta durabilità nel tempo riducendo al minimo la successiva manutenzione dell'edificio.
“L’edificio – spiega l’architetto Iosa Ghini - è un luogo per i giovani. Si è ritenuto fondamentale progettare con una sobria qualità che non tralasci l’aspetto estetico, per comunicare una bellezza esterna ed interiore che si esprima come elemento di indirizzo a livello comportamentale ed educativo”.
L’edificio è disegnato a piani parzialmente aperti con effetto camino, con un design che agevola la circolazione dell’aria interno esterno, per garantire la sostenibilità dell’edificio attraverso un raffrescamento naturale nei mesi estivi. Il tetto tradizionalmente a doppia falda è stato ridisegnato a falda unica orientato tutto a Sud in modo da avere una superficie doppia di intercettazione dell’energia solare per una ottimizzazione dei consumi.
https://www.edilsocialnetwork.it/condizioni-pagine/itemlist/tag/terremoto?start=0#sigProIddd21f8cb22
Sisma 2009, nuove procedure
E' stata attivata la procedura di acquisizione on line dei contratti per l’esecuzione degli interventi di ricostruzione privata, in applicazione del comma 1 dell’art. 11 del D.L. 78/2015 convertito in legge 6 agosto 2015 n. 125.
In sostanza, a far data dal 21 gennaio 2019 i soggetti beneficiari di contributi per interventi ubicati nei Comuni del cratere e fuori cratere sisma 2009, dovranno trasmettere agli Uffici Speciali per la Ricostruzione USR la documentazione inerente i contratti per l’esecuzione degli interventi tramite l’utilizzo del nuovo applicativo che sostituisce qualsiasi precedente modalità di acquisizione.
Clicca qui per accedere all’applicativo
Terremoto: un "marchio" per la sicurezza sismica degli edifici
Promuovere la cultura della prevenzione del rischio sismico attraverso la diffusione del marchio di qualità “Sisma Safe”, il primo in Italia sulla sicurezza statica e sismica degli edifici. È questo l’obiettivo dell’accordo tra ENEA e l’associazione Sisma Safe per la diffusione della cultura della sicurezza sismica e della qualità della progettazione e della realizzazione degli edifici pubblici e privati, come scuole, ospedali, alberghi, uffici, aziende e abitazioni.
Il marchio “Sisma Safe”, ideato dall’omonima associazione culturale marchigiana nata a seguito del terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016, verrà rilasciato sulla base di criteri altamente selettivi su richiesta dei proprietari degli edifici e permetterà di identificare a colpo d’occhio le strutture a prova di terremoto, diffondendo la consapevolezza che è possibile intervenire sugli edifici per sentirsi al sicuro dal rischio sismico.
In base all’accordo, ENEA[1] contribuisce alla redazione del disciplinare tecnico per la definizione dei criteri per il rilascio dei marchi di qualità[2]. L’Agenzia inoltre fornisce supporto nella nomina delle commissioni tecniche incaricate di valutare la documentazione presentata dai proprietari degli immobili, nonché nelle consulenze per l’attribuzione del marchio, mettendo a disposizione competenze e professionalità e partecipando a eventi informativi e formativi per tecnici di settore e cittadini.
“In Italia abbiamo conoscenze tecnico-scientifiche e norme efficaci per progettare e costruire nuove strutture con un elevato grado di sicurezza ma servono, ovviamente, controlli severi”, afferma l’ingegnere dell’ENEA Paolo Clemente, componente del comitato tecnico-scientifico dell’Associazione Sisma Safe insieme al collega Giacomo Buffarini.
“Riteniamo fondamentale, inoltre, che le strutture di nuova realizzazione e gli interventi su quelle esistenti siano progettati non solo con l’obiettivo di evitare il collasso, ma anche in modo da ridurre il più possibile i danni in occasione di eventi sismici, limitando i costi e i tempi di ricostruzione e, quindi, puntando ad una maggiore resilienza. Tale obiettivo è facilmente perseguibile adottando moderne tecnologie antisismiche, come l’isolamento alla base. In questo senso, il marchio Sisma Safe è un passo importante per riconoscere le strutture nuove che, oltre a rispettare le norme tecniche vigenti, sono ispirate a criteri di costruzione ‘a regola d’arte’, e le strutture esistenti che sono state migliorate fino a livelli di sicurezza accettabili”, conclude Clemente.
L’ENEA è in prima linea nella ricerca sul rischio sismico, in particolare sulla vulnerabilità sismica delle strutture civili, industriali e d’interesse storico e artistico, e il loro adeguamento sismico mediante tecnologie innovative; sulla pericolosità sismica, attraverso studi di microzonazione, strumento indispensabile per la pianificazione territoriale, e analisi della risposta sismica locale, che consente di valutare le modifiche che il moto sismico subisce a causa delle condizioni geologiche e geotecniche negli strati superficiali del suolo. Inoltre, l’ENEA ha un ruolo primario nello sviluppo e nell’applicazione di tecnologie antisismiche innovative per edifici ordinari, strutture di interesse storico e artistico, ma anche impianti a rischio di incidente rilevante, ponti e infrastrutture in genere.
“Il Marchio rappresenta un simbolo positivo la cui finalità è quella di valorizzare l’impegno profuso dai proprietari di strutture nel realizzare edifici o interventi di adeguamento strutturale volti a garantire la tranquillità dei fruitori del proprio immobile”, sottolinea Francesca Ottavio, vice presidente dell’Associazione Sisma Safe. “Il nostro auspicio è quello di modificare la percezione del rischio sismico da parte delle persone spingendo l’opinione pubblica ad interrogarsi ed agire puntando sulla prevenzione, in quanto nessuna imposizione di legge, se non estremamente punitiva, è riuscita ad oggi a risvegliare e a tenere vivo l’interesse per la sicurezza delle strutture che ci circondano, per questo ci rivolgiamo in particolare al settore turistico, per il quale il marchio di qualità può contribuire a promuovere e comunicare la sicurezza delle strutture ricettive in tutta Italia, e svolgere un ruolo di traino, per offrire al viaggiatore la garanzia di un soggiorno all’insegna della tranquillità”, conclude Ottavio.
ENEA sperimenta tecnologia innovativa che individua beni culturali a rischio crollo
Individuare le porzioni di monumenti più fragili e a rischio crollo o le parti di un affresco più degradate e soggette a distacco, per metterle in sicurezza prima che una scossa sismica si verifichi. Oggi è possibile grazie al “moto magnificato”, una tecnologia innovativa utilizzata dall’ENEA per la prima volta al mondo sul patrimonio culturale, in grado di prevedere il comportamento degli edifici o delle strutture, prima di un terremoto. In pratica, amplificando i piccoli movimenti presenti nei video delle vibrazioni indotte dai micro tremori naturali (vento, traffico, vibrazioni), questa innovazione consente di rendere ben visibili gli spostamenti dell’oggetto analizzato, con un dettaglio di pochi millesimi di millimetro.
Sviluppata dal MIT di Boston per applicazioni in campo medicale e della security, l’ENEA ha utilizzato questa tecnologia per il monitoraggio e la prevenzione sismica del patrimonio culturale, in abbinamento con le tavole vibranti del Centro ricerche Casaccia e il sistema 3DVision di acquisizione dati. I test sono condotti sia sul campo per individuare le porzioni strutturali a rischio crollo o distacco, sia in laboratorio per sperimentare tecnologie di miglioramento sismico, di rinforzo strutturale del patrimonio edilizio e di conservazione dei beni culturali.
“All’ENEA siamo in grado di abbinare a questa tecnologia, l’analisi quantitativa dei valori di frequenza, ottenendo una vera e propria diagnosi strutturale dell’elemento analizzato. In pratica l’analisi visiva dei video di moto magnificato suggerisce quali parti dell'edificio si muovono in modo più evidente quando sono sollecitate da deboli vibrazioni generate dal traffico, dal vento, da un treno e così via”, spiega Vincenzo Fioriti del laboratorio Tecnologie per l’Innovazione Sostenibile dell’ENEA. “Il grado di amplificazione dipende dal rumore presente nel video digitale da magnificare, cioè dai moti relativi tra i pixel dei filmati e dal numero di frame per secondo”, aggiunge Fioriti.
“Grazie a questa tecnologia innovativa l’ENEA è in grado di programmare gli interventi preventivi sulle porzioni di muratura maggiormente degradate prima dell'evento sismico e proporre un’offerta tecnologica e diagnostica unica al mondo nei progetti PON e Horizon 2020, nei settori della prevenzione e sicurezza sismica”, sottolinea Gerardo De Canio, responsabile del laboratorio Tecnologie per l’Innovazione Sostenibile dell’ENEA. “Siamo infatti in grado di effettuare il monitoraggio delle vibrazioni ambientali e l’identificazione dinamica dei monumenti, di condurre indagini ‘non distruttive’ sui materiali strutturali, ma anche di adottare tecniche integrate che prevedono il confronto tra moto magnificato ed immagini termografiche e tra risultati di tomografia sonica e prove meccaniche”.
Il campo di applicazione del “moto magnificato” è molto vasto: prevenzione dei guasti
meccanici nei motori; monitoraggio di parametri fisiologici (ad esempio il battito cardiaco); analisi delle cellule; attività “intelligence” e di sicurezza attraverso l’analisi delle espressioni facciali e vocali. Questa innovazione, infatti, consente di ricostruire le frasi pronunciate da persone sulla base dei movimenti degli oggetti situati nei paraggi (fogli di carta, contenitori, bicchieri) e “azionati” anche dalla sola emissione della voce.
Basilica di Norcia, sarà indetto un concorso di progettazione per ricostruirla
La Basilica di Norcia, quasi interamente distrutta dalle scosse di terremoto del 2016, sarà ricostruita ricorrendo a un concorso internazionale di progettazione.
Se ne parla già da mesi, ma da ieri, quando è stato firmato il protocollo tra tutte le parti coinvolte (Governo, MiBACT, Regione Umbria, Comune di Norcia, Arcidiocesi di Spoleto-Norcia), è ufficiale: la Basilica di Norcia, quasi interamente distrutta dalle scosse di terremoto del 2016, sarà ricostruita ricorrendo a un concorso internazionale di progettazione. Sarà quindi un concorso di architettura, promosso dal Ministero dei Beni Culturali con il contributo del Consiglio Nazionale degli Architetti, a decretare la proposta migliore per il recupero, restauro e ripristino della Basilica di San Benedetto, coerentemente con le “premesse metodologiche e tecniche definite nel progetto preliminare elaborato dal MiBACT”.
Ancora non si sanno le tempestiche esatte, ma quello che è certo è che per la redazione del progetto preliminare è previsto il coinvolgimento di una commissione presieduta dal professor Antonio Paolucci (i componenti di questa commissione saranno indicati dal Mibact con un apposito decreto).
L’intervento sulla Basilica di Norcia sarà importante, considerando che il terremoto ha causato il crollo di quasi tutta la copertura della chiesa (ad eccezione di una porzione dell’abside e del transetto sinistro), del muro perimetrale destro della navata e del portico “delle misure”, e il collasso della torre campanaria sulla chiesa stessa. L’intervento sarà quindi importante anche dal punto di vista economico: il costo sarà coperto da varie fonti di finanziamento, tra cui si avrà anche un ingente contributo dall’UE, come è stato assicurato da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea. Saranno impiegate anche risorse della Regione Umbria.
Nel maggio scorso, quando si era iniziato a pensare all’idea di lanciare un concorso per intervenire sulla chiesa, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, aveva parlato di un “concorso internazionale aperto a tutti, anche a grandi nomi dell’architettura, per un progetto che tenga insieme i pezzi rimasti della chiesa, la facciata, l’abside, la base del campanile, collegandoli ad un’aula liturgica nuova che custodisca la memoria del passato, aprendosi al presente e al futuro valorizzando i resti del terremoto che sono cicatrici che non possiamo cancellare”.