Umidità risalita muri portanti

Quali sono le garanzie e le responsabilità legali

La maggior parte dei tecnici progettisti e delle imprese edili, quando progettano e affrontano un risanamento di murature umide, non pensano che la quasi totalità dei muri umidi sono anche portanti.
Esistono diversi studi e pubblicazioni che dimostrano comportamenti statici e dinamici anomali dei muri umidi rispetto a quelli asciutti.
Per questo motivo, quando si interviene su un muro umido dichiarando di risanarlo, ci si assume una responsabilità che investe anche l‘aspetto statico del muro. E questo porta ad assoggettare l’intervento ad una garanzia decennale.

Gli intonaci deumidificanti.
In Italia circa il 92% del fatturato speso per “risanare” i muri umidi è determinato dagli intonaci deumidificanti. Se questi sono applicati su muri portanti, con l’impegno di risanarli, scatta la garanzia decennale. Normalmente gli intonaci, secondo il Codice Civile, risentono invece della garanzia biennale.

Sistemi di consolidamento strutturale su muri umidi.
Le superfici umide potrebbero impedire o limitare l’adesione dei materiali collanti (sintetici o minerali) usati in alcuni sistemi di consolidamento strutturale. Anche in questo caso, numerose recenti esperienze eseguite su murature consolidate con i più moderni sistemi di consolidamento (es. FRP) dimostrano come l’adesione tra matrice e muratura sia pressoché impossibile in caso di muro umido.
I Sali che cristallizzano in superficie in modo discontinuo (fenomeno dovuto alle variazioni climatiche stagionali) possono provocare distacchi dei sistemi di consolidamento applicati sulle superfici delle murature.

Cosa succede se, nel periodo di 10 anni dall’intervento di risanamento, i muri umidi non si prosciugano?
Riportiamo alcune sentenze delle Corte di Cassazione, dalle quali si evince che, nel caso non si riesca a risolvere la patologia entro 10 anni dall’installazione, il cliente può pretendere non solo il risarcimento dei soldi spesi e dei costi per il rifacimento dei lavori ma, addirittura, i danni per compensare la perdita di valore di un immobile che presenta ancora problemi di insalubrità ambientale e muri più “sensibili” a eventi sismici rispetto ai muri asciutti.
“Oltre alla rovina, totale o parziale, ovvero al pericolo di rovina, la garanzia dell’appaltatore copre i “gravi difetti”, i quali, secondo la costante giurisprudenza della Cassazione, sono da ascriversi a quei vizi – non solamente strutturali ma – tali da incidere sulla funzionalità globale della costruzione, al punto da comprometterne in modo apprezzabile il godimento e così l’idoneità a fornire l’utilità a cui essa era destinata. Essi prescindono dall’importo in denaro necessario alla loro eliminazione, ma – ancorché afferiscano ad elementi secondari od accessori – riguardano lesioni, imperfezioni o difformità tali da incidere sensibilmente sul valore economico dell’edificio o di parti di esso (da ultimo, ex pluribus, si veda Cass. Civ. sez. VI, ord. N. 1423 del 18.1.2019).
Nell’ambito della casistica, va sottolineata la ammissibilità della garanzia per vizi “non totalmente impeditivi dell’uso dell’immobile, come quelli relativi all’efficienza dell’impianto idrico o alla presenza di infiltrazioni e umidità, ancorché incidenti soltanto su parti comuni dell’edificio e non sulle singole proprietà dei condomini” (ex multis, Cass. Civ. sez. VI, Ord. N. 3674 del 7.2.2019).”

Come tutelarsi nei confronti di chi ci promette di risanare i nostri muri umidi?

Le analisi diagnostiche
Per verificare se i muri affetti da patologia per risalita capillare stanno procedendo verso il prosciugamento è indispensabile monitorare, almeno per un certo periodo di tempo, minimo un anno, l’andamento dei valori di umidità.
Questo deve essere fatto con metodi diagnostici che analizzano ciò che sta avvenendo all’interno del muro. Parliamo delle analisi ponderali o conduttimetriche svolte ad una profondità di 5-10 cm dalle superfici. In un prossimo editoriale analizzeremo i vantaggi dei vari sistemi di monitoraggio.
Possono essere ripetute periodicamente, per poter vedere l’andamento dell’umidità attraverso grafici, oppure monitorate in continuo con sistemi di telemetria che trasmettono i dati direttamente nel nostro computer.
Le analisi diagnostiche si possono quindi attivare anche dopo anni da quando si sono svolti i lavori di risanamento. L’importante è che siano per un periodo precedente il termine dei 10 anni.

Come valutare se il sistema di risanamento applicato ha funzionato o sta funzionando
Il monitoraggio, periodico o continuo, deve indicare se i valori sono in calo, stabili, o in crescita. I valori della parte che inizialmente era umida devono essere confrontati con i valori della zona asciutta. E’ tollerabile una maggiore percentuale di acqua superiore del 20-30% rispetto alla zona sana. I muri compromessi per anni o secoli dalla patologia hanno un contenuto anomalo di sali igroscopici disciolti e veicolati dall’acqua che mantengono un maggior contenuto di acqua.

Atena ha brevettato un sistema di telemonitoraggio in continuo dell’umidità nei muri
La tecnologia si chiama Wired monitoring system by Atena, abbreviata Wired msa.
Clicca qui per maggiori dettagli

SALVO, il multisensore per il monitoraggio degli ambienti di lavoro, è il progetto che nei prossimi tre anni ENEA, la STMicroelectronics e l'Università di Catania svilupperanno per il monitoraggio e messa in sicurezza degli ambienti di lavoro.

Sicurezza lavoro
Tale tecnologia sarà in parte indossabile dal lavoratore e dovrà garantire la sicurezza degli stessi e degli ambienti di lavoro. Sarà costituita da sistemi di localizzazione wireless, tecniche di intelligenza artificiale a basso costo energetico e sensori innovativi per rilevare gas nocivi e polveri sottili. Il tutto realizzato nell'ottica della realizzazione di “Fabbriche Intelligenti”.
La tecnologia verrà sviluppata in modo da renderla integrabile in diversi punti dell'attrezzatura da lavoro, in base alle specifiche necessità relative alla lavorazione da dover attuare. La tecnologia sarà poi connessa al cloud, in  modo da garantire il monitoraggio continuo del lavoratore. Tutti i dati recepiti saranno poi fruibili sia al lavoratore stesso sia al management aziendale. Queste informazioni difatti, saranno trasmesse ad una piattaforma di servizi IoT, Internet of Things. Tale piattaforma permetterà di evidenziare eventuali situazioni di stress ambientale e possibili rischi per le persone, fornendo anche un supporto decisionale a tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di produzione.
Con questo sistema e soprattutto grazie al monitoraggio in tempo reale delle condizioni ambientali delle lavorazioni, sarà anche possibile migliorare il rapporto tra la fabbrica, l’ambiente e il territorio.
I vari protagonisti della progettazione si sono dunque espressi in merito.
Per l'Università di Catania si è espresso Salvatore Baglio, del Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica e responsabile scientifico del progetto SALVO per l’Università. Egli ha affermato che questo progetto rappresenta una sfida particolarmente ambiziosa e di natura fortemente multidiscplinare, che ha dei riscontri anche nell'attuale emergenza pandemica, dato l'impatto che assume il particolato atmosferico nella diffusione del virus. L'Università di Catania infatti si occuperà proprio dello sviluppo di un sensore per la rilevazione e la misura del particolato atmosferico e il conseguente monitoraggio del grado di inquinamento.
Girolamo Di Francia, responsabile del Laboratorio Sviluppo Applicazioni Digitali, Fotovoltaiche e Sensoristiche e responsabile del progetto SALVO per ENEA, afferma che verrà realizzato un nodo multisensore capace di riconoscere situazioni di criticità ambientale, potenzialmente pericolose per il lavoratore e di attuare misure di mitigazione del rischio.
Infine, Andrea Di Matteo, responsabile dei programmi finanziati (europei e nazionali) per la divisione Analog, Mems e Sensor (AMS) di ST in Italia e responsabile del progetto SALVO, ha affermato che il progetto SALVO rappresenta un innovazione e un avanzamento tecnologico nella progettazione dei sensori ambientali, di supporto al lavoratore all’interno del ciclo produttivo per  migliorarne i livelli di sicurezza.

 

A cura di Alessia Salomone - Edilsocialnetwork

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OspedaliLa pugliese R.I fornirà le infrastrutture realizzate in collaborazione con ENEA ed altri partner

Una tecnologia innovativa ed ecosostenibile sviluppata dall’azienda pugliese R.I. (Ricerca e Innovazione) in collaborazione con ENEA ed altri partner ha vinto la gara internazionale della NATO Support and Procurement  Agency (NSPA) per la realizzazione di quattro ospedali da campo hi-tech. La fornitura è destinata all’Esercito italiano e, tenuto conto dell’emergenza COVID-19, verrà consegnata con tre mesi di anticipo rispetto alle previsioni e comunque entro il 2020. Gli ospedali saranno dotati di impianti e sistemi tecnologici all’avanguardia e organizzati in “shelter” o pannelli interconnessi e tende, articolate in Triage, Pronto Soccorso, Laboratorio Radiografico ed Ecografico, Sala preparatoria Chirurgica, Sala Operatoria, Sala Operatoria ausiliaria, Degenza, Farmacia e Area di Gestione.

"Siamo molto orgogliosi  per questa aggiudicazione, che ci ha visto competere con i principali player europei.  – sottolinea Giovanni Violante, Direttore Generale di R.I. -. Operiamo da oltre trent’anni nel settore della progettazione e realizzazione di sistemi di costruzioni modulari - shelter tecnologici - equipaggiamento logistico; il nostro core business è la costruzione di interi compound ad uso civile e militare con la formula ‘chiavi in mano’ supportato da rilevanti investimenti in programmi di ricerca e sviluppo di nuovi materiali, nuove tecnologie e soluzioni progettuali innovative ed eco-compatibili” ha aggiunto.

Il prototipo di ospedale hi-tech, è stato realizzato nell'ambito del progetto SOS (Studio di materiali avanzati e sviluppo di pannellature leggere, multifunzionali, intelligenti, riconfigurabili e sostenibili per applicazioni in Smart Operating Shelter), cofinanziato dalla Regione Puglia attraverso il Bando Innonetwork che ha visto come capofila la stessa R.I. oltre a PROTOM GROUP S.p.A., KINEMA S.r.l., MESPO di Sportelli Giuseppe e Memetaj Bledar S.n.c. ed ENA Consulting S.r.l. coadiuvate per la attività di ricerca e sviluppo da CETMA, Politecnico di Bari ed ENEA.

“L’obiettivo del progetto è di sviluppare materiali avanzati ed ecosostenibili per pannelli strutturali multifunzionali, intelligenti, destinati a strutture ospedaliere chirurgiche, pronte per all’uso in poche ore, senza necessità di personale specializzato per il montaggio e in grado di fornire consulti via satellite anche attraverso immagini TC intra-operatorie. Si tratta di soluzioni in grado di rispondere a diverse esigenze come ad esempio garantire la continuità di funzionamento in caso di emergenze come ad esempio quella che stiamo attraversando” sottolinea la ricercatrice Vincenza Luprano del Centro ENEA di Brindisi che dispone di competenze consolidate nello sviluppo di materiali innovativi per la sostenibilità del settore edilizio.

I pannelli ecosostenibili sono stati realizzati con materiali vegetali locali, come la canapa, o di provenienza animale (lana di pecora) e trattati con sostanze naturali per accrescere la resistenza a muffe e funghi; sono inoltre stati effettuati test per valutare processi di invecchiamento accelerato e di validazione termica oltre che il monitoraggio indoor per verificare salubrità e comfort.

Ad oggi R.I. è leader nel supporto delle più importanti missioni internazionali di intervento di emergenza civile e militare, come quelle in Afghanistan, Albania, Gibuti, Haiti, Iraq, Kosovo, Kuwait, Libano, Mali e Emirati Arabi Uniti, e dal 2009  è il primo fornitore mondiale delle Nazioni Unite per gli “Ablution” (monoblocchi di servizi igienici in acciaio inox) con un fatturato specifico di circa 40 milioni di euro e per le Torri Telescopiche Blindate, con un Long Term Agreement di circa 30 milioni di euro, è inoltre leader nella realizzazione di TecnoShelter sia per sistemi di ForceProtection che per soluzioni sanitarie.

Tra i principali clienti le Nazioni Unite, i Ministeri della Difesa e dell’Interno, NATO, Unione Europea, enti governativi e società internazionali. Il principale  stabilimento di produzione e la sede di R.I. sono a Lecce; altri stabilimenti si trovano in Kosovo, Libano e Gibuti.

R.I. Group ha ricevuto il premio per la realizzazione di shelter per ospedali mobili, costruiti con materiali innovativi, ecosostenibili, interconnessi e di facile assemblaggio per la categoria “Modular Healtcare” nell’ambito del World of Modular 2020, prestigioso evento mondiale nel settore delle costruzioni modulari, organizzato dal Modular Building Institute.

 

Fonte: Enea

Fincantieri ha consegnato la nave da crociera Viking Orion, la quinta delle otto navi ordinate dalla società norvegese Viking Ocean Cruises, costruita presso lo stabilimento di Ancona.
La nave, classificata LR, dispone di 465 cabine per i passeggeri e per l’armatore. Sono tutte doppie e quindi sono disponibili 930 posti letto. Le cabine per l’equipaggio sono 265 di cui alcune singole; in totale contengono 499 posti letto.

Viking Orion è stata progettata da architetti e ingegneri navali di rinomata esperienza, tra cui un team di interior design della Smc Design di Londra, e dello studio Rottet di Los Angeles, che hanno voluto trasferire su “Viking Orion” un design moderno di ispirazione scandinava, caratterizzato da un’eleganza raffinata e, al tempo stesso, funzionale.

Da segnalare l’attento studio idrodinamico della carena, dotata di un bulbo prodiero che le consente di attenuare la formazione ondosa in fase di trasferimento e quindi di realizzare un’alta efficienza energetica.

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In occasione del Fuorisalone, il progetto creato con SOS School e fortemente voluto da Eni Gas e Luce

Se vi capita di passare per l'Orto Botanico di Brera, in questi giorni, vi capiterà di osservare 700 mini case di luce, tutte diverse tra loro, che punteggiano il giardino. È l'installazione creata dall'architetto Mario Cucinella per il fuorisalone di quest'anno, un progetto creato insieme alla SOS School (school of sustainability), una scuola post-laurea con base a Bologna, impegnata nella formazione di figure professionali nel campo della sostenibilità.

Un'idea fortemente voluta da Eni Gas e Luce, in partnership con Hive, per raccontare come "il rapporto tra energia e design, grazie alla contaminazione portata dalla tecnologia, serva a migliorare la vita degli italiani all'interno delle loro case". A sostenerlo, durante la conferenza stampa di presentazione all'Università statale di Milano, è Alberto Chiarini, amministratore delegato di Eni Gas e Luce che ha anche sottolineato come l'azienda "abbia il dovere di portare avanti un discorso sul risparmio energetico, soprattutto dal punto di vista comportamentale". Un risparmio garantito anche dalla piattaforma Genius che con le sue soluzioni ha permesso di risparmiare, nell’ultimo anno, fino a 3,5 milioni di kWh.

Il tema di quest’anno: HOUSE IN MOTION

In occasione del FuoriSalone 2018, la rivista INTERNI presenta la ventesima edizione della Mostra Evento più attesa per la Design Week, incontro fra progettisti affermati, grandi aziende e istituzioni.Il rapporto fra uomo e spazio è la base del concetto di "abitare": una connessione fra qualità di vita, e innovazione. In una città che per usare le parole del suo sindaco, Beppe Sala, è nel suo "momentum", la Design Week di quest'anno non poteva che parlare di dinamicità, un evento che è il motore della Milano di domani e che oggi ospita 300.000-400 000 visitatori. Del resto è proprio il connubio tra antico e moderno, tra azienda e progettisti, imprese e design, secondo Gianluca Vago, Rettore dell’Università Statale, "a rendere grande il capoluogo lombardo e l’Italia tutta”.

Un nuovo rapporto, paritario, tra uomo e natura

Per Mario Cucinella l'installazione, che fa parte della mostra "House in Motion", "rappresenta innovazione e tradizione che si incontrano". Le casette si stagliano sullo skyline di una città immaginaria per diventare le protagoniste di uno spazio interattivo dove la smart home dialoga con l'intero sistema urbano. Il rapporto tra la casa, elemento fondamentale della città, e il mondo digitale permette di esprimere al meglio il connubio tra l'energia e la sua gestione consapevole da parte dei cittadini. "L'uomo non può più sopraffare la natura". Quello che Cucinella auspica è una nuova collaborazione tra la componente artificiale e quella naturale. Una simbiosi paritaria espressa perfettamente dall'installazione all'Orto Botanico dove sì, sono presenti molte casette, ma dove è la natura a controllare e dominare l'ambiente.

L'accordo tra Eni Gas e Luce e Hive

Si tratta di una partnership quinquiennale che, al fuorisalone, punta a illustrare come la tecnologia 'smart' per la casa possa migliorare la vita di tutti i giorni e l'efficienza energetica per le famiglie italiane. I due partner proveranno a spiegare ai visitatori della smarTown un nuovo modo di sperimentare l'energia cercando di guidarli verso una scelta di prodotti smart per la casa che siano interconnessi, innovativi e facili da usare. Accanto a questo primo spazio di conoscenza e condivisione si inserisce il primo Experience Store di Eni gas e luce, aperto in Corso Buenos Aires, nel cuore di Milano. Sviluppato su due piani, è stato immaginato e creato per far sentire le persone come se fossero all'interno di una vera "smart home". Le persone potranno rilassarsi, lavorare o incontarsi, e sperimentare cosa significa vivere in una casa intelligente provando di persona le tecnologie Hive.

fonte: agi.it

Pubblicato in Eventi & Fiere
Venerdì, 23 Febbraio 2018 09:37

Ecocapsule, mini case futuristiche

©ECOCAPSULE HOLDING: Le micro-case autosufficienti che si possono posizionare ovunque ora sono in commercio
Da alcuni anni se ne sente parlare, ma ora è anche possibile toccare con mano, acquistare e andare a vivere nelle Ecocapsule, mini-case dal design futuristico che si possono installare praticamente ovunque. E che, proprio in virtù di questa universalità, sono completamente autosufficienti. Si tratta di capsule dalla forma ovoidale che al loro interno contengono tutto il necessario per vivere. Progettate dal team slovacco Ecocapsule® le piccole case smart coniugano tecnologia, sostenibilità e abbracciano la filosofia della vita mobile, minimale, del nomadismo digitale. Il lancio della prima ‘capsula’ è avvenuto a fine gennaio, e l’ha presentata in tutta la sua efficienza installata sul tetto di un edificio di Bratislava.


Ecocapsule per vivere off-grid Cottage per vacanze, hotel pop-up, dependence. Pratiche, funzionali, e assolutamente indipendenti: ogni Ecocapsule è realizzata in acciaio e vetroresina, mentre il tetto è interamente ricoperto di pannelli solari ad alta efficienza, che generano l’energia necessaria al funzionamento della mini casa. Non solo: delle turbine eoliche sfruttano la potenza del vento per produrre ulteriore energia (con pochissimo rumore). Inoltre, l’acqua piovana viene raccolta grazie ad alcune canaline che si trovano sulla superficie della ‘capsula’ (la cui forma facilita questo sistema), quindi filtrata e riutilizzata.

Il tutto, in un ambiente elegante, lussuoso, futuristico. Ogni Ecocapsule può ospitare 2 persone, e contiene una piccola cucina, un piano di lavoro, diversi scomparti contenitori in legno. Perfetta per chi vuole trascorrere delle vacanze nella natura, ma anche chi ha bisogno di rimanervi immerso per motivi di lavoro (ricercatori, fotografi, scienziati). Inoltre, costituiscono una rapidissima risorsa in caso di emergenze (si trasportano semplicemente con container), oppure per chi vuole sfruttare uno spazio non utilizzato, incluso un tetto.
fonte: lastampa.it

Lunedì, 05 Febbraio 2018 09:06

Edilizia del futuro

Edilizia del futuro: la tecnologia a servizio del green building

Prefabbricazione, circolarità e riduzione dei consumi sono i trend dell'edilizia del futuro, raggiungibili grazie a digitalizzazione e innovazione

Entro il 2030 è prevista una crescita dell’85% del volume di produzione di edifici. Questo pone il settore delle costruzioni davanti a una sfida: come soddisfare questa domanda in costante aumento con la necessità di ridurre l’impatto ambientale del costruito, andando sempre più verso un’ottica di green building? Molto probabilmente sarà la tecnologia e tutte le innovazioni che sono state sviluppate negli ultimi anni a trasformare il settore in chiave smart e sostenibile. Vediamo quali sono i trend più interessanti e promettenti che caratterizzeranno l’edilizia del futuro.

I trend dell’edilizia del futuro

1. Costruzione industrializzata

Prefabbricazione, modularità e processi off-site, che ibridano la manifattura con l’edilizia, spostando la parte della catena del valore dal cantiere alla fabbrica, saranno sicuramente le tendenze che caratterizzeranno sempre più l’edilizia del futuro. Quando il processo costruttivo avviene in fabbrica, i materiali possono essere gestiti con maggiore efficienza, con processi di assemblaggio più precisi e con un minor spreco di risorse.

La pre-lavorazione del materiale e l’assemblaggio di tutti i componenti per l’edilizia in un ambiente controllato consentono di sviluppare un processo costruttivo molto più snello, riducendo i costi, anche energetici, del cantiere.

2- Edilizia circolare

Il settore dell’edilizia, oltre ad essere uno dei più energivori, è anche responsabile della produzione di enormi quantitativi di scarti e rifiuti. L’edilizia del futuro dovrà affrontare sempre più la necessità di ridurre questi sprechi e di investire in logiche e processi che vadano in un’ottica di circolarità. Alcuni strumenti digitali per la progettazione edile stanno aprendo la strada a un modello di costruzione più circolare, dove i materiali hanno una vita più lunga e a fine vita vengono riutilizzati o perlomeno riciclati. In alcuni paesi, soprattutto in Europa, l’industria sta trattando sempre più gli edifici come delle ‘banche di materiali’, diffondendo a tutta la filiera tutte le informazioni necessarie per conoscere e tracciare con precisione il quantitativo e la tipologia dei materiali utilizzati, pianificando anche i processi di razionalizzazione e recupero durante l’intero processo.

Alcune grandi aziende, come la Royal BAM, stanno già arrivando a simulare lo smantellamento degli edifici, grazie all’implementazione di modelli di Virtual Design and Construction (VDC), una tendenza che probabilmente si diffonderà sempre più nei prossimi anni.

3- Sempre maggiore diffusione della progettazione in BIM

Il Building Information Modeling (BIM) è uno strumento che consente l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni tramite l’aiuto di un software ad hoc. Raccogliendo, combinando e collegando digitalmente tutti i dati rilevanti di un progetto costruttivo, il software consente di visualizzare la costruzione come un modello tridimensionale e di simulare una serie di parametri, ottenendo non soltanto una perfetta integrazione del processo ma anche una forte riduzione in termini di costi, logistica e tempistiche. Fra i principali vantaggi del BIM, vera espressione dell’edilizia del futuro, ci sono: una riduzione dei costi del ciclo di vita, una minimizzazione degli errori di progettazione, un’ottimizzazione della gestione dei progetti e un supporto per la progettazione sostenibile.

4- Riduzione dell’impatto ambientale

L’edilizia del futuro va in un’ottica di sempre maggiore sostenibilità, necessaria in un settore fra i più energivori al mondo. Quantificare i risparmi energetici e di materiali sta diventando un imperativo e i nuovi strumenti digitali sono un valido alleato per muoversi in questa direzione. Per il futuro ci si aspetta che il machine learning così come l’intelligenza artificiale saranno alla base di strumenti in grado di suggerire in modo automatico le scelte da implementare per ottenere una riduzione di costi, materiali, consumi energici e idrici ed emissioni inquinanti.

fonte green.it

Pubblicato in Edilizia & Materiali
Giovedì, 25 Gennaio 2018 09:32

I portoni basculanti - Parte seconda


La scorsa settimana vi abbiamo raccontato i vantaggi e la genialità dei portoni sezionali. Eccoci ora pronti per i basculanti, la loro storia e peculiarità.

Un po’ di storia
I portoni basculanti sono stati introdotti sul mercato tra gli anni settanta e ottanta, come alternativa alle porte avvolgibili, considerate poco – o affatto – isolanti. Stava iniziando una vera rivoluzione.

I vantaggi
Così come i sezionali, anche i portoni basculanti di qualità offrono un buon livello di isolamento termico. Inoltre, grazie alla stabilità della struttura, rappresentano la soluzione ideale per le chiusure di grandi dimensioni. Essi non necessitano di guide a soffitto, poiché la loro movimentazione avviene su binari.

I portoni basculanti Breda
“Perché non impiegare l’esperienza nello sviluppo di portoni sezionali per creare dei basculanti di concezione avanzata?” È la domanda che si è posto il team del reparto Ricerca&Sviluppo Breda e alla quale ha risposto con Swing e Basculino, i due basculanti di casa Breda.
Esteticamente eleganti, tecnologicamente all’avanguardia, sicuri e altamente isolanti perché realizzati con pannelli coibentati, i portoni basculanti Breda racchiudono tutta la versatilità e la qualità all made in Italy del marchio Breda. Non solo: possono raggiungere i 2800 centimetri in larghezza per un’altezza che arriva anche a 3 metri e mezzo.

Che dire, quindi, se non che basculante o sezionale, un portone Breda è sempre la scelta migliore per il proprio box auto.

 

Pubblicato in Comunicati stampa

L'opera progettata da Steve Green è costata 500 milioni di dollari ed è stata pensata anche per un pubblico di non fedeli

A Washington ha aperto  "il più grande museo dedicato alla Bibbia".  Si trova vicino al National Mall, non molto lontano dal Campidoglio e dai musei Smithsonian. Il progetto, nato nel 2011 con l'acquisto di un immenso ex magazzino, è costato oltre 500 milioni di dollari ed è opera di Steve Green, presidente di Hobby Lobby una delle realtà più importanti negli Stati Uniti nel settore oggettistica con quasi 1000 punti vendita e oltre 30mila dipendenti.

Un museo per tutti
Non è un museo costruito e pensato solo per chi ha fede. Le sue sale, pur avendo come filo narrativo quello del libro più famoso, e più letto, al mondo, vuole rivolgersi a un pubblico ampio e senza alcuna appartenenza religiosa: chi si dichiara credente, chi professa fedi diverse dal cattolicesimo, chi si dichiara ateo ma vuole conoscere, senza particolare coinvolgimento emotivo, quello che è contenuto all'interno della Bibbia, chi è agnostico. Tutti qui possono informarsi senza essere condizionati dalla dottrina. Un museo, come scrive il Washington Post, che si propone di essere "inclusivo, completo, apolitico".

Il primo problema? Trump
Stavolta non riguarda qualcosa che il Presidente degli Stati Uniti ha scritto su twitter o a pronunciato in un comizio o davanti alla stampa. Ma riguarda un luogo fisico. Una delle sue proprietà, uno dei tanti Hotel che possiede nella Capitale e che è stato affittato per l'inaugurazione del museo e per la raccolta fondi ad essa associata. Una scelta che ha portato a due grandi problemi: il fatto che all'esterno potesse davvero passare un messaggio tutt'altro che apolitico, vista anche l'importanza che Trump ha dato alla fede in questo primo periodo alla Casa Bianca, e parallelamente, il rifiuto di alcuni dipendenti del museo di far parte di questa serata perché in opposizione al governo del Presidente. Secondo gli organizzatori è stata una scelta obbligata: non c'era un altro luogo, ai tempi della prenotazione, che avesse una sala da ballo pronta ad ospitare le 750 persone invitate. Né Donald Trump né vice-presidente Micheal Pence, del resto, sono presenti nella lista dei partecipanti.   

Leggere per capire
Il percorso che la direzione artistica ha intrapreso è molto chiaro: il museo non intende spingere i suoi visitatori a diventare credenti. Tantomeno vuole considerare i contenuti della Bibbia come veri o esemplificativi per migliorare la condotta della nostra vita. È un museo dedicato alla Sacra Scrittura e ai suoi molteplici motivi d’interesse: dalla sua importanza nei secoli ai contenuti che sono stati raccontati; dalla struttura narrativa particolare ai personaggi che vi compaiono. Con un approccio neutrale, e basato sui fatti, verso quella che viene ritenuta come una delle massime opere d'arte esistenti. Con l’obiettivo di sviluppare curiosità e stupore. Con un unico invito finale: “leggete la Bibbia".  

Più tecnologia e meno Gesù
Il museo è composto da cinque piani ricchi di schermi, anche a 360°, di strumenti interattivi, di giochi per i più piccoli, di filmati e lezioni, di stanze sensoriali. Un esempio? Un pavimento in legno che scricchiola e si muove per evocare il viaggio dell'Arca di Noè. Con il biglietto verrà dato anche un tablet con cui il visitatore potrà interagire con le varie sezioni. Fanno parte della collezione, inoltre, oggetti di incredibile valore come la prima Bibbia stampata negli Usa o quella che fu scelta per essere portata sulla Luna.   

C'è anche un po' d'Italia
Era inevitabile che anche l'Italia avesse un ruolo all'interno di questa enorme struttura. Come anticipato da La Stampa, qualche mese fa, sono già state programmate tre mostre provenienti dal nostro Paese: la prima e la seconda, che partiranno nel 2018, sono incentrate sulle opere di carità a Roma tra il 13° e il 19° secolo e sulla lettura biblica dei cataclismi naturali; la terza, che aprirà nel 2020, sulla storia e l'importanza del pellegrinaggio alle sette basiliche della Capitale. 

fonte: agi.it

Invenzione dopo invenzione, la tecnologia sta diventando la migliore alleata per rendere più sostenibile il nostro stile di vita, grazie a dispositivi di ultima generazione pensati per ridurre gli sprechi energetici e semplificare la gestione quotidiana delle nostre abitazioni. Dal controllo delle luci attraverso le App sino all’utilizzo di apparecchi intelligenti che riducono il consumo di energia elettrica, esistono innumerevoli opzioni high-tech che rendono la casa più sostenibile. E con l'internet delle cose la casa diventa più smart, anche qui in chiave ecologica. Leggi l'approfondimento.

Gli incentivi fiscali poi hanno avuto effetto. Nel 2016, il 79% del valore della produzione edile (110 miliardi di euro sui 139 totali) consiste in ristrutturazioni: 36,2 miliardi per la manutenzione ordinaria e 74,3 miliardi per quella straordinaria. Uno stimolo fondamentale è arrivato dagli incentivi fiscali che hanno favorito un'impennata delle ristrutturazioni attivate negli ultimi 10 anni, passando da 9 miliardi di euro nel 2007 a 28 miliardi. Nell’edilizia residenziale, solo nel 2016, si è toccato addirittura il 56,9% (Dati Symbola-Cresme 2017). I dati rivelano, inoltre, che le ristrutturazioni degli ultimi anni vanno di pari passo con scelte responsabili proiettate alla sostenibilità: secondo un’indagine Ipsos, infatti, l’84% degli italiani attribuisce un grande valore all’efficienza energetica degli edifici (per il 43% è “molto importante”, per il 41% “importante"). Una scelta responsabile che premia anche il portafogli: le abitazioni ristrutturate, infatti hanno un valore di vendita mediamente del 29% in più. Un esempio: se il valore medio delle abitazioni non ristrutturate è di 233.250 euro, le abitazioni ristrutturate salgono a 299.000 euro. Rispetto ad un investimento medio in ristrutturazioni di 14.500 euro per abitazione, si genera un valore netto aggiunto di oltre 50 mila €. Il passo successivo nel vivere green sarà passare dallo Smart Building alle Smart Cities arrivando alla Smart Mobility (sarà il tema della fiera Klimahouse 2018).

Ecco 5 accorgimenti da adottare per una casa tecnologica e amica dell’ambiente, secondo ePRICE.

1. Controlla la temperatura in casa
Sono ormai numerosissimi i termostati intelligenti che consentono di ridurre i consumi di energia domestica e i costi di riscaldamento e raffreddamento della propria abitazione. Ci sono ad esempio dispositivi smart che non solo regolano la temperatura in base al proprio stile di vita e alle proprie abitudini, ma permettono di controllare i consumi anche quando si è fuori casa tramite App, evitando così gli sprechi. I termostati intelligenti, inoltre, si attivano quando si è in casa e si spengono quando si esce, consentendo un notevole risparmio energetico.

2. Scegli elettrodomestici di elevata efficienza energetica
Frigoriferi, lavatrici e asciugatrici sono i responsabili di buona parte dei consumi elettrici in casa. Per questo, per risparmiare energia e denaro, nel momento in cui si sceglie un nuovo elettrodomestico è bene prediligere apparecchiature classe A +++ che consentono migliori performance energetiche. Inoltre, gli elettrodomestici intelligenti possono essere attivati da remoto tramite App in modo da essere utilizzati solo nei momenti della giornata in cui le tariffe energetiche sono più basse. Ci sono addirittura frigoriferi che permettono di vedere cosa c’è dentro senza aprirli e che informano sulla scadenza dei prodotti riducendo così anche gli sprechi alimentari.

3. Scegli un sistema di illuminazione smart
È noto ormai che per risparmiare sull’energia elettrica il primo passo è l’utilizzo di lampadine a basso consumo, come quelle a LED. Tuttavia ci sono numerosi altri accorgimenti da adottare se si vogliono ridurre ulteriormente i consumi. Capita di frequente, infatti, di dimenticare le luci accese quando si passa da una stanza all’altra della casa. Per questo sarebbe utile installare un sistema di illuminazione automatico che accende le luci quando si è presenti e le spegne in modo autonomo quando si lascia la stanza. Molti impianti permettono addirittura di comandare l’accensione/spegnimento delle luci solamente battendo le mani, riducendo notevolmente le possibilità di dimenticarle accese. Infine, quando si va in vacanza, molto spesso si sceglie di lasciare una luce accesa per simulare di essere in casa. Molto meglio installare un sistema di illuminazione che può essere controllato da remoto per attivare uno o più interruttori solo in determinati momenti della giornata.

4. Scegli con cura il condizionatore
Quando si decide di acquistare un condizionatore per rinfrescare la casa durante l’estate o riscaldarla nei mesi più freddi si può optare per un prodotto con tecnologia “inverter”, ovvero un dispositivo che raffredda l’ambiente velocemente e, una volta raggiunta la temperatura desiderata, continua a funzionare in modalità base per mantenerla costante. A differenza dei condizionatori tradizionali, i dispositivi con tecnologia “inverter” non si spengono completamente per poi riattivarsi a pieno regime ogni qualvolta la temperatura risale, bensì funzionano in modo continuativo garantendo il massimo comfort con il minimo dispendio energetico. Questo tipo di climatizzatori è l’ideale per chi utilizza il dispositivo per molte ore consecutive come ad esempio di notte. Infine, prima dell’acquisto, è fondamentale verificare quanti BTU (potenza del dispositivo) sono necessari per rinfrescare/riscaldare la stanza, calcolandoli sulla base della metratura del locale stesso, evitando così inutili sprechi energetici.

5. Controlla l’erogazione dell’acqua
La gestione dell’acqua costituisce un elemento importante per ridurre l’impatto ambientale. Il primo passo è sicuramente controllare il flusso dell’acqua durante le normali attività quotidiane come l’igiene personale e le pulizie domestiche, chiudendo i rubinetti quando ci si insapona sotto la doccia o mentre ci si lava i denti. Tuttavia per ottimizzare al massimo i consumi idrici, si può ricorrere alla rubinetteria digitale che permette di pre-impostare l’erogazione, la portata e la temperatura dell’acqua riducendo al minimo gli sprechi.

fonte: ansa.it

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