Beni culturali: primo monitoraggio hi-tech per Palazzo Chigi ai Castelli Romani
Primo monitoraggio hi-tech per valutare lo ‘stato di salute’ di quadri, affreschi, busti in marmo e pareti in cuoio di Palazzo Chigi di Ariccia (Roma). Un team di ricercatori ENEA ha messo in campo tecnologie avanzate per studiare il patrimonio artistico e culturale di questo celebre edificio che costituisce la quinta scenografica della monumentale piazza di Corte, progettata da Gian Lorenzo Bernini. I risultati saranno presentati domani durante l’evento “Le tecniche diagnostiche utilizzate a Palazzo Chigi di Ariccia” organizzato da ENEA (15 novembre - ore 15:30 - Palazzo Chigi - Piazza della Corte, Ariccia, Roma). Le attività condotte sulle opere di Palazzo Chigi rientrano nel progetto ADAMO (Analisi, DiagnosticA e MOnitoraggio), coordinato da ENEA e finanziato dal Distretto Tecnologico per i Beni Culturali della Regione Lazio, che punta a mettere a disposizione delle piccole e medie imprese del Lazio tecnologie diagnostiche per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali come quelli presenti lungo le vie consolari Appia e Tuscolana. Tra le tecniche di indagine, sono state utilizzate la fluorescenza indotta da laser e la spettroscopia Raman che hanno permesso di indagare le patine sui busti marmorei di scuola berniniana e di monitorare l’eventuale insorgenza di ‘efflorescenze’ sulle parti di opere d’arte in cui si è verificata una variazione di colore. Inoltre, ENEA ha messo in campo anche il sistema laser RGB-ITR che utilizza tre fasci di luce (rosso, verde e blu) per acquisire informazioni sul colore e la struttura di una superficie. Già impiegato per la Cappella Sistina e la Loggia di Amore e Psiche, il laser permette la ricostruzione in 3D di un’opera d’arte, acquisita a distanza fino a 30 metri - senza l’uso di ponteggi - per l’esame preliminare di eventuali danneggiamenti su cui intervenire tempestivamente: inoltre, non risente della scarsità o della variazione di luce e i bianchi sono bilanciati a qualsiasi distanza.
“I sistemi laser progettati nei nostri laboratori nascono dall’esigenza di supportare molti di quei casi studio che potrebbero comportare difficoltà nella fase diagnostica con le tecnologie oggi sul mercato. Grazie alla capacità di effettuare una rotazione completa di 360°, ad esempio, il sistema RGB-ITR ci ha permesso di ricostruire un grande ambiente come la sala di rappresentanza che ospita la serie dei cartoni preparatori dei mosaici della Cupola di S. Pietro realizzati da Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, il pittore tardomanierista da cui andò a bottega per quasi un anno un giovane Caravaggio”, spiega Massimiliano Guarneri del Laboratorio ENEA Diagnostiche e Metrologia.
Durante questa campagna di misure sono state acquisite con lo scanner anche due opere del pittore seicentesco Mario De Fiori - “Autoritratto” e “La Primavera” - che hanno presentato alcuni problemi di realizzazione dei relativi modelli 3D, a causa di riflessioni della luce delle sorgenti impiegate per illuminare la superficie pittorica. In queste misure è stato impiegato anche uno scanner IR-ITR, basato sulla stessa tecnologia dell’RGB-ITR ma con una sorgente laser di lunghezza d’onda differente, che ha permesso di rilevare ne “La Primavera” “pentimenti” finora sconosciuti, ossia alcune correzioni apportate in corso d’opera sulla tela.
Palazzo Chigi di Ariccia è una delle poche dimore storiche che conservano ancora parati in cuoio dipinti e decorati, che venivano utilizzati sia a scopo decorativo che per l’isolamento termico. Per questo tipo di materiale ENEA ha utilizzato un dispositivo portatile a radiazione THz, in grado di penetrare sotto la superficie di materiali non metallici, come appunto il cuoio. “Dalle misure preliminari condotte su campioni di parati, sia in laboratorio che direttamente nelle stanze del Cardinale, abbiamo rilevato ‘anomalie’ non visibili a occhio nudo, riconducibili a strati pittorici con pigmenti metallici, successivamente ricoperti con altri strati. Non è la prima volta che ‘testiamo’ l’efficacia del nostro prototipo: la nostra tecnologia è già stata impiegata presso il museo degli Uffizi a Firenze su un ‘affresco su tavella’ di Alessandro Gherardini, un famoso pittore vissuto all’inizio del 1700”, sottolinea Emilio Giovenale del Laboratorio ENEA di Sorgenti, Antenne e Diagnostiche.
Restauratore di beni culturali: regolamento per le prove di idoneità in G.U.
Il Regolamento recante le modalità per lo svolgimento della prova di idoneità finalizzata al conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali è stato adottato con il Decreto del Ministero per i beni e le attività culturali 112/2019, pubblicato nella G.U. del 15/10/2019, n. 242.
Ai fini del conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali, il D. Min. Beni e Att. Culturali 10/08/2019, n. 112, pubblicato nella G.U. del 15/10/2019, n. 242, stabilisce le modalità per lo svolgimento delle prove di idoneità, con valore di esame di Stato abilitante, intese ad accertare le conoscenze, le abilità e le competenze attese per lo specifico indirizzo.
Ai sensi del comma 1-quinquies, dell’art. 182, del D. Leg.vo 22/01/2004, n. 42, le prove di idoneità, finalizzate al conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali, sono riservate a coloro i quali:
- abbiano acquisito la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali o
- entro il termine e nel rispetto della condizione previsti dal comma 1-ter, dell’art. 182, del D. Leg.vo 22/01/2004, n. 42, abbiano conseguito la laurea o il diploma accademico di primo livello in restauro delle accademie di belle arti, nonché la laurea specialistica o magistrale, ovvero il diploma accademico di secondo livello in restauro delle accademie di belle arti, corrispondenti ai titoli previsti nella tabella 1, dell’allegato B del D. Leg.vo 22/01/2004, n. 42 attraverso un percorso di studi della durata complessiva di almeno 5 anni.
In particolare, il Decreto adotta disposizioni relative ai requisiti di ammissione, alla domanda di partecipazione e modalità di svolgimento delle prove di idoneità, alla composizione ed ai compiti della Commissione, all'acquisizione della qualifica di restauratore dei beni culturali.
Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it
Online l'Atlante dell'Architettura Contemporanea Italiana
La Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie Urbane del MiBAC ha pubblicato online l’Atlante dell’Architettura Contemporanea Italiana: una piattaforma che si concentra su un’intera categoria di opere costruite in Italia, comprese tra il secondo dopoguerra e il presente. Uno strumento aperto e implementabile che permette al pubblico di conoscere l’architettura italiana moderna e contemporanea attraverso oltre cento opere significative del panorama architettonico.
La selezione di opere scelte sono state censite sul sito web Architetture del secondo 900 e si è voluto rappresentare ogni regione d’Italia, talvolta rinunciando a opere maggiori per dare spazio a interessanti realtà regionali.
Sono stati creati percorsi tematici che comprendono anche contesti geografici lontani tra loro ma che possiedono opere architettoniche con caratteri simili: opere che testimoniano le eccellenze della cultura architettonica italiana del secondo Novecento.
Accanto ai percorsi tematici generali sono stati realizzati percorsi tematici più circoscritti, spesso illustrati attraverso la produzione di un solo autore: chiavi d’accesso secondarie da cui possono derivare letture incrociate, storie particolari. Una lettura incrociata delle opere e dei temi è infine possibile utilizzando i tag posti in calce ad ogni scheda, che individuano, per ciascuna opera, gli autori principali, la città, la regione e la funzione.
Presenti anche mappe che permettono agli utenti una navigazione più accessibile; partendo da queste, gli utenti possono costruire il proprio itinerario su base locale.
L’Atlante dell’Architettura Contemporanea Italiana è online all’indirizzo www.atlantearchitetture.beniculturali.it
Tecnologie per beni culturali: ADAMO in aiuto delle Mura Aureliane
Sensori hi-tech per monitorare gli effetti di smog e traffico sulle Mura Aureliane, ma anche indagini laser per il restauro di Palazzo Chigi ad Ariccia. Sono alcune delle attività iniziali del progetto ADAMO per la conservazione e il restauro del patrimonio culturale dell’area romana, coordinato dall’ENEA e finanziato dalla Regione Lazio all’interno del nuovo Distretto Tecnologico per i beni e le attività Culturali (DTC).
ADAMO (Analisi, DiagnosticA e MOnitoraggio) prevede una collaborazione diretta con le aziende del settore e il trasferimento delle più sofisticate tecnologie per il patrimonio storico sviluppate dall’Agenzia e dai sette partner del progetto come CNR, INFN, le tre università pubbliche di Roma “La Sapienza”, Tor Vergata e Roma 3 e quella della Tuscia.
Per ogni sito sono già stati individuati gli interventi e le tecnologie da mettere in campo: sulle Mura Aureliane, nel tratto in prossimità di Porta San Sebastiano, ad esempio, verranno posizionati sensori hi-tech per monitorare gli effetti prodotti sulla struttura di traffico ed eventi naturali come i terremoti, ma anche di temperatura e umidità; nel Parco archeologico di Centocelle, ricercatori, archeologi e restauratori lavoreranno insieme per ricostruire la storia di Villa della Piscina e la cronologia delle diverse fasi costruttive; a Palazzo Vescovile di Frascati sarà verificato lo stato di conservazione degli affreschi e dei dipinti murali come a Villa Mondragone di Monte Porzio Catone, dove oltre ai dipinti, le tecnologie scandaglieranno le condizioni di salute delle fontane; a Palazzo Chigi di Ariccia le indagini hi-tech permetteranno di studiare reperti unici, come arredi e decorazioni in cuoio da parete, oltre a preziose tele e busti marmorei presenti negli storici appartamenti al piano nobile.
“Finora abbiamo individuato sei diversi siti storici all’interno della città metropolitana di Roma, ponendo particolare attenzione a quel patrimonio culturale che non rientra nei tradizionali circuiti turistici. Questi luoghi, sui quali verrà effettuata anche un’analisi di tipo storico e socio-economico, rappresenteranno un banco di prova per le nostre tecnologie ma anche un’opportunità di incontro e di collaborazione con le aziende e i professionisti del settore, come archeologi e restauratori”, spiega Roberta Fantoni, responsabile della Divisione ENEA “Tecnologie fisiche per la sicurezza e la salute”.
Tra le tecniche che verranno messe in campo dal progetto ADAMO ci sono, ad esempio, la fluorescenza indotta da laser nell’ultravioletto e la spettroscopia Raman che permettono di ricavare, in maniera rapida e senza rischio per l’opera d’arte, informazioni sui materiali, stato di conservazione, presenza di eventuali ritocchi dell’artista o di precedenti restauri della superficie pittorica e poi la fluorescenza a raggi X e le indagini mediante radiazione nell’infrarosso e nel THz per analizzare l’opera al di sotto della sua superficie.
Oltre al progetto ADAMO, di cui ENEA è coordinatore, l’Agenzia parteciperà a “SISMI” sulle tecnologie per il miglioramento della sicurezza e la ricostruzione dei centri storici in area sismica e a “ECODIGIT” per la creazione di un ecosistema digitale che permetta la fruizione e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.
Tutte queste iniziative fanno parte del Centro di eccellenza del Distretto tecnologico per i beni e le Attività Culturali del Lazio finanziato dalla Regione con 6 milioni di euro e a cui hanno aderito tutte le università pubbliche del Lazio (La Sapienza, in qualità di capofila, Tor Vergata, Roma Tre, Tuscia, Cassino e Lazio Meridionale) e gli enti di ricerca CNR, ENEA e INFN, per un totale di 800 ricercatori con esperienza nel settore dei beni culturali, 400 tra assegnisti, contrattisti e post-doc e vari spin-off.
ENEA sperimenta tecnologia innovativa che individua beni culturali a rischio crollo
Individuare le porzioni di monumenti più fragili e a rischio crollo o le parti di un affresco più degradate e soggette a distacco, per metterle in sicurezza prima che una scossa sismica si verifichi. Oggi è possibile grazie al “moto magnificato”, una tecnologia innovativa utilizzata dall’ENEA per la prima volta al mondo sul patrimonio culturale, in grado di prevedere il comportamento degli edifici o delle strutture, prima di un terremoto. In pratica, amplificando i piccoli movimenti presenti nei video delle vibrazioni indotte dai micro tremori naturali (vento, traffico, vibrazioni), questa innovazione consente di rendere ben visibili gli spostamenti dell’oggetto analizzato, con un dettaglio di pochi millesimi di millimetro.
Sviluppata dal MIT di Boston per applicazioni in campo medicale e della security, l’ENEA ha utilizzato questa tecnologia per il monitoraggio e la prevenzione sismica del patrimonio culturale, in abbinamento con le tavole vibranti del Centro ricerche Casaccia e il sistema 3DVision di acquisizione dati. I test sono condotti sia sul campo per individuare le porzioni strutturali a rischio crollo o distacco, sia in laboratorio per sperimentare tecnologie di miglioramento sismico, di rinforzo strutturale del patrimonio edilizio e di conservazione dei beni culturali.
“All’ENEA siamo in grado di abbinare a questa tecnologia, l’analisi quantitativa dei valori di frequenza, ottenendo una vera e propria diagnosi strutturale dell’elemento analizzato. In pratica l’analisi visiva dei video di moto magnificato suggerisce quali parti dell'edificio si muovono in modo più evidente quando sono sollecitate da deboli vibrazioni generate dal traffico, dal vento, da un treno e così via”, spiega Vincenzo Fioriti del laboratorio Tecnologie per l’Innovazione Sostenibile dell’ENEA. “Il grado di amplificazione dipende dal rumore presente nel video digitale da magnificare, cioè dai moti relativi tra i pixel dei filmati e dal numero di frame per secondo”, aggiunge Fioriti.
“Grazie a questa tecnologia innovativa l’ENEA è in grado di programmare gli interventi preventivi sulle porzioni di muratura maggiormente degradate prima dell'evento sismico e proporre un’offerta tecnologica e diagnostica unica al mondo nei progetti PON e Horizon 2020, nei settori della prevenzione e sicurezza sismica”, sottolinea Gerardo De Canio, responsabile del laboratorio Tecnologie per l’Innovazione Sostenibile dell’ENEA. “Siamo infatti in grado di effettuare il monitoraggio delle vibrazioni ambientali e l’identificazione dinamica dei monumenti, di condurre indagini ‘non distruttive’ sui materiali strutturali, ma anche di adottare tecniche integrate che prevedono il confronto tra moto magnificato ed immagini termografiche e tra risultati di tomografia sonica e prove meccaniche”.
Il campo di applicazione del “moto magnificato” è molto vasto: prevenzione dei guasti
meccanici nei motori; monitoraggio di parametri fisiologici (ad esempio il battito cardiaco); analisi delle cellule; attività “intelligence” e di sicurezza attraverso l’analisi delle espressioni facciali e vocali. Questa innovazione, infatti, consente di ricostruire le frasi pronunciate da persone sulla base dei movimenti degli oggetti situati nei paraggi (fogli di carta, contenitori, bicchieri) e “azionati” anche dalla sola emissione della voce.
Progetto di Generali per il restauro delle Restauro delle Procuratie con percorso dai Giardini Reali. Nuova vita a San Marco
Un intervento che "tocca" il cuore di Venezia, un'idea di rinnovo architettonico che passa attraverso il lancio di un'iniziativa globale a favore delle comunità. Si chiama "The Human Safety Net" ed è il progetto di Generali per piazza San Marco. Le Procuratie Vecchie, sede storica della compagnia assicurativa che ha come simbolo proprio il leone marciano, saranno oggetto di restauro su progetto dell'architetto David Chipperfield e diverranno una "casa" dedicata a iniziative umanitarie e aperta al pubblico. Nessun posto letto, è stato sottolineato. Negli 11mila metri quadri dell'edificio ci sarà spazio per lavoro, vita e progetti solidali. Per dimostrare che il cuore di Venezia pulsa grazie alle idee e non solo al turismo.
IL PROGETTO DI RESTAURO
Philippe Donnet, amministratore delegato del Gruppo Generali, ha presentato il progetto mercoledì durante una conferenza stampa evento a Palazzo Ducale: "Riapriamo al pubblico questi spazi storici per la prima volta in 500 anni, una iniziativa possibile anche grazie all'appoggio del sindaco Luigi Brugnaro e del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Questa idea si inserisce in un progetto di ampio respiro per tutta l'area marciana: abbiamo deciso di riqualificare i Giardini Reali, creando una continuità tra la laguna, i giardini e piazza San Marco. Non stiamo parlando di un museo, ce ne sono già tanti, ma di un luogo di vita. Ci saranno persone che lavoreranno. E qui, ve lo dico per esperienza personale, si lavora bene. Io a Venezia ci abito, quindi sono doppiamente contento".
DAI GIARDINI ALLA PIAZZA
Il progetto abbraccia dunque, oltre alle Procuratie, anche altre parti della piazza e dei Giardini Reali. A lavori ultimati saranno ricreati alcuni percorsi storici, aprendo un varco fino ad ora mai utilizzato negli ultimi decenni. Il restauro è stato assegnato all'architetto David Chipperfield, che trasformerà l'edificio nel cuore pulsante di The Human Safety Net. "Le Procuratie Vecchie apriranno le porte a chiunque cerchi ispirazione o voglia scambiare idee, fare volontariato o promuovere azioni collettive - è stato detto - L'hub ospiterà regolarmente esposizioni, eventi e dibattiti pubblici sulle sfide demografiche e sociali più pressanti, dalla povertà all'immigrazione". I tempi? "Lavori conclusi tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020, ma si sa tutto è poi da vedere. Siamo solo all'inizio". Al termine del recupero dei Giardini Reali, all'interno dei quali Veritas finanzierà alcuni bagni pubblici (la carenza di strutture del genere è cronica in centro storico) si potrà raggiungere piazza San Marco direttamente dal Bacino attraversando un ponte levatoio che sarà rimesso in funzione. Da lì poi si potranno raggiungere le Procuratie Vecchie e percorrerle fino al Palazzo Reale.
A spiegare nei dettagli l'iniziativa è stata Adele Re Rebaudengo, presidente dell'omonima fondazione: "Curiamo la 'parte verde' del progetto - ha sottolineato - Napoleone decise che la sua sede non sarebbe dovuta essere Palazzo Ducale ma le Procuratie Nuove, qiundi si abbatterono i granai trecenteschi per ottenere un collegamento verso il Bacino di San Marco attraverso il ponte levatoio. Noi sdobbiamo ringraziare moltissimo Generali - ha concluso - perché è sostenitrice di questo progetto, ma anche perché ha avuto assieme a noi questa visione. C'è un rapporto di collaborazione e di idee. Ringrazio anche il demanio che ci ha concesso i Giardini per 19 anni, speriamo rinnovabili".
"INTERVENTO DI VALENZA SOCIALE"
Alla presentazione ha preso la parola anche il sindaco Luigi Brugnaro: "Questa iniziativa ha un valore importante per la città - ha detto - Ridà respiro e lavoro in piazza San Marco, nel cuore vero della città. È il lavoro che dà la dignità, e questa idea del lavoro alle Procuratie ha una grande valenza sociale. Questa città è un simbolo della nostra cultura. Dobbiamo ringraziare Generali perché fa un investimento legato alla sua storia. Perché reintrodurre al lavoro eventuali rifugiati e migranti, come si prefigge il progetto di Human Security Net, garantisce la vera riscossa delle persone. La vera Europa la costruiamo con questi progetti. Assieme alla Soprintendente faremo un lavoro meticoloso, l'edificio verrà modernizzato ma anche rispettato".
Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, trattenuto a Roma per impegni parlamentari, è intervenuto attraverso un video: ""Ho seguito qusto progtto fin dall'inizio - ha sottolineato - Il privato quando si muove in maniera intelligente può mettere in campo progetti di grande valore. E' simbolicamente importante che un luogo così importante come le Procuratie Vecchie torni al vecchio splendore e che venga affidato a un progetto come The Human Safety Net. Visiterò presto gli spazi rinnovati".
fonte: veneziatoday.it
Beni culturali: un “Califfo” per scovare il degrado delle opere d’arte
Si chiama CALIFFO ed è un sistema portatile che permette di rilevare sulle opere d’arte forme di degrado non visibili a occhio nudo. Dimensioni e peso ridotti lo rendono facilmente trasportabile, consentendone l’utilizzo anche in luoghi di difficile accesso. È dotato di una sorgente laser puntuale in grado di effettuare la scansione di superfici di 1 m2 da una distanza di circa 2 m ed è gestibile da remoto tramite smartphone e tablet. Messo a punto nei laboratori dell’ENEA di Frascati, CALIFFO - Compact Advanced Laser Induced Fluorescence Friendly Operating system consente l’analisi diagnostica delle opere d’arte attraverso la rivelazione della fluorescenza emessa, la cui elaborazione permette di ottenere la caratterizzazione chimica dell’area analizzata, cioè la composizione degli strati più superficiali, rilevando la presenza di forme di degrado di differenti origini: vernici, leganti, coloranti o pigmenti, interventi pregressi, che costituiscono informazioni utili per la conservazione e il restauro.
“Dopo quasi un anno di test sul campo, CALIFFO è ora pronto per effettuare le sue prime campagne di misura”, commenta Valeria Spizzichino, ricercatrice ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia che si occupa di attività di ricerca e sviluppo nel campo dei sistemi laser, dell’ottica e della sensoristica nelle diverse applicazioni scientifiche e industriali. “Grazie a questa tecnologia low cost d'avanguardia – aggiunge la ricercatrice - sarà possibile ottenere con più rapidità rispetto al passato caratterizzazioni di superfici difficilmente raggiungibili, anche in ambienti angusti. L’utilizzo di tecnologie bluetooth e wi-fi, infatti, fa sì che il sistema possa operare da remoto. CALIFFO restituisce risultati in tempo quasi reale e, come gli altri strumenti basati sulla fluorescenza indotta da laser (LIF) sviluppati presso i nostri laboratori, è completamente non invasivo. Ha un’operabilità molto semplificata che ne permette l’utilizzo anche da parte di personale non specializzato. Grazie al basso costo di questa tecnologia che ne favorisce l’ingegnerizzazione e la commercializzazione, ci poniamo l’obiettivo di creare una rete di sensori per la salvaguardia del nostro patrimonio storico-artistico, a partire dal Lazio”.
Le attività di misura effettuate con CALIFFO si svolgono infatti nell’ambito del Progetto COBRA (sviluppo e diffusione di metodi, tecnologie e strumenti avanzati per la COnservazione dei Beni culturali, basati sull’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), finanziato dalla Regione Lazio, attraverso il quale l’ENEA diffonde e trasferisce le competenze e le tecnologie d’avanguardia per la diagnostica e la conservazione alle PMI e agli operatori dei Beni Culturali.
Per quanti volessero sperimentare e assistere agli affascinanti fenomeni che scaturiscono dall’incontro tra luce e materia, vi ricordiamo l’appuntamento con il primo OPEN DAY della Ricerca organizzato dall’ENEA il 29 settembre presso i centri di Casaccia e Frascati. In particolare presso i laboratori del centro ENEA di Frascati sarà possibile familiarizzare con la fluorescenza e imparare come questo singolare fenomeno possa essere sfruttato non solo nella diagnostica delle opere d’arte, ma anche per rispondere alle domande più insolite: quelle macchie sono di sangue? La reazione chimica è avvenuta? La frutta sui rami è matura? I laboratori apriranno le porte al pubblico proponendo visite guidate, percorsi didattici durante i quali i visitatori verranno coinvolti in piccoli esperimenti e curiosità scientifiche e soprattutto avranno la possibilità di osservare dal vivo CALIFFO. Il sistema verrà movimentato e illustrato dai ricercatori, i quali saranno a disposizione per spiegarne il funzionamento e illustrare, anche attraverso contributi video, i risultati.
Il programma completo degli eventi è consultabile sul sito www.opendaydellaricerca.enea.it, dove è possibile prenotare la visita di proprio interesse. Aggiornamenti, video, foto di backstage e curiosità in diretta dai Centri saranno online sulla pagina www.facebook.com/ENEAUfficiostampa.
Terremoto: Summer School per restauro e valorizzazione del patrimonio culturale
Un laboratorio dedicato al restauro e alla valorizzazione del patrimonio culturale in una delle aree maggiormente colpite dagli eventi sismici dell’ultimo anno. È questo l’obiettivo della Summer School – Laboratorio per il patrimonio culturale post sisma 2016-17 organizzata dall’ENEA e dall’Università di Camerino (UNICAM), in programma dal 4 all’8 settembre 2017 ad Ascoli Piceno presso la sede della Scuola di Architettura e Design di Sant’Angelo Magno.
Le lezioni, che saranno tenute da esperti dell’ENEA, delle Università di Camerino e di Roma “La Sapienza”, della Protezione Civile Italiana e dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR), approfondiranno le soluzioni e le tecnologie più avanzate per il recupero, la messa in sicurezza e la protezione dei beni culturali danneggiati dal sisma. In particolare l’utilizzo dei Sistemi Informativi Geografici (GIS), gli strumenti e i metodi per il rilievo digitale 3D, le metodologie per la messa in sicurezza delle strutture, gli interventi sugli edifici in muratura, la messa in sicurezza e trasporto d’urgenza delle opere d’arte.
Inoltre, durante la Summer School sono previsti sopralluoghi didattici nei luoghi colpiti dal terremoto. Ai partecipanti verranno rilasciati crediti formativi professionali.
Le iscrizioni si chiuderanno lunedì 7 agosto 2017.
Per iscriversi: http://d7.unicam.it/reginfo/content/summer-school
Beni culturali: Franceschini, prioritari gli interventi di protezione sismica sul nostro patrimonio
E' doveroso mettere in campo tutte le capacità tecniche, scientifiche e tecnologiche per evitare il più possibile il ripetersi di conseguenze su vite umane e patrimonio culturale nei tanti borghi storici che costellano le aree a più elevato rischio sismico del nostro Paese". Ad affermarlo il ministro dei Beni e delle Attività CulturaliDario Franceschini in un’intervista pubblicata nell’ultimo numero del trimestrale ENEA Energia Ambiente e Innovazione, interamente dedicato a tematiche sui beni culturali."Il terremoto che ha colpito il Centro Italia, a solo sette anni dal sisma dell’Aquila, pone inevitabilmente in cima alla lista gli interventi di protezione sismica", prosegue il ministro che sottolinea come proprio la salvaguardia in chiave antisismica dei patrimonio che dipende dal suo ministero rientri in un recente protocollo firmato con ENEA, insieme ad azioni di diagnostica avanzata ed efficientamento energetico di musei e palazzi storici.
Nell’intervista, il ministro Franceschini evidenzia inoltre l’importanza di trasferire tecnologie innovative al patrimonio culturale e di "permettere la diffusione e l’utilizzo di queste nuove tecnologie alle scuole di alta formazione del restauro del Ministero: l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro e l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario". Il ministro aggiunge poi che "ciò potrebbe avvenire attraverso il coinvolgimento del corpo docente di queste istituzioni in corsi specifici presso l’ENEA o con la donazione a questi istituti di tecnologie e il relativo trasferimento di know-how: un investimento dai sicuri ritorni".
Il ministro si sofferma anche sul “cambio di passo” dei Beni Culturali: riforma dellagovernance deimusei statali, Art Bonus, Piano Strategico per il Turismo sono solo esempi del nuovo percorso intrapreso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per la valorizzazione e la tutela del vasto patrimonio artistico italiano. "Nel 2016 i musei italiani hanno raggiunto un nuovo record assoluto. I circa 45 milioni di ingressi nei luoghi della cultura statali hanno portato incassi per oltre 172 milioni di euro, con incrementi significativi rispetto al 2015 che corrispondono a 1,2 milioni di visitatori in più e a un aumento degli introiti di 18,5 milioni di euro. Queste risorse preziose torneranno interamente ai musei, secondo un sistema che premia le migliori gestioni e al contempo garantisce le piccole realtà. Si tratta del terzo anno consecutivo di crescita per i musei statali che, da 38 milioni di biglietti nel 2013, conquistano, in un triennio, quasi 7 milioni di visitatori, un incremento del 15%, corrispondente a un aumento delle entrate pari a 45 milioni".
Grazie all’Art Bonus, che Franceschini definisce"un’agevolazione fiscale senza eguali in Europa per chi investe in cultura", è stato possibile raccogliere in due anni quasi 158 milioni di euro, grazie a più di 4.250 mecenati, molti dei quali sono imprese e fondazioni bancarie, che hanno contribuito alla realizzazione di circa 1.150 progetti.
Beni culturali: a Washington le tecnologie antisismiche made in Italy
Le eccellenze tecnologiche dell’antisismica made in Italy per la tutela del patrimonio culturale saranno al centro della due giorni presso l’Ambasciata italiana di Washington (7-8 dicembre). L’evento di oggi vedrà riunito il "Working Group Technologies Applied to Cultural and Natural Heritage” dell'US-Italy Science and Technology Joint Commission Meeting, dove saranno discusse le sinergie tra ENEA, CNR e INGV su tecnologie, Scienza della terra e ICT per la salvaguardia, la conservazione e la fruizione dei beni culturali. L'8 dicembre si svolgerà il convegno dal titolo “Resilience of Art Cities. Protecting Cultural Heritage Sites at Risk: Natural Disaster and Emergency Response in Crisis Areas - the Italian Experiences”, organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. Per l’ENEA sarà presente Gerardo De Canio, responsabile del laboratorio di prove antisismiche presso il Centro Ricerche Casaccia, che illustrerà l’expertise dell’Agenzia nel settore, in particolare i casi di successo dei basamenti antisismici realizzati per i Bronzi di Riace e per l’Annunciazione di Francesco Mochi nel Duomo di Orvieto e applicabili a tutte le statue a prevalente sviluppo verticale. Accanto a questa tecnologia, che è in grado di “assorbire” letteralmente l’energia del sisma proteggendo l’opera d’arte, si parlerà delle caratteristiche uniche e delle potenzialità delle tavole vibranti utilizzate nellaboratorio ENEA di prove antisismiche, il primo al mondo a utilizzare il sistema di 3DVIsion Motion Capture per l’acquisizione dei dati di spostamento dei manufatti artistici (riproduzioni di opere d’arte e sezioni di edifici monumentali) sottoposti agli stress test. “L’accesso al laboratorio – ricorda De Canio - è possibile anche da remoto e permette sia di assistere a distanza alle sperimentazioniche di interagire in tempo reale con i ricercatori”. A Washington saranno presenti anche rappresentanti del Ministero dei Beni Culturali, l'Opificio delle Pietre Dure, l'Arma dei Carabinieri con l’iniziativa dei caschi blu della cultura e Accademia dei Lincei, oltre ad esperti provenienti da Smithsonian Institute, Getty Museum e National Gallery of Art.