Venerdì, 15 Gennaio 2021 15:38

Le case in Europa? Piccole e fredde!

L'Europa vive al freddo

Finestra freddo
Le case in Europa? Piccole e fredde!
Questa è la situazione emersa dai nuovi dati pubblicati da Eurostat riguardanti il 2019.
Emerge una situazione molto critica: infatti il 17% della popolazione dell'Unione Europea vive in una casa sovraffollata e molti non hanno abbastanza soldi per riscaldare a sufficienza la propria abitazione.

In seguito a una ricerca fatta a livello europeo, l'ufficio statistico dell’Unione Europea, Eurostat, ha pubblicato un Rapporto che studia la situazione dell’edilizia abitativa nel Vecchio Continente nel 2019, non tenendo conto dell'impatto della crisi COVID-19.

La qualità dell’abitare viene influenzata da vari fattori quali le dimensioni dell'abitazione, il tipo e la qualità degli alloggi e se si è proprietari o in affitto dell'immobile. La pubblicazione, infatti, è organizzata in tre capitoli, che evidenziano appunto:

- il Come viviamo: questo capitolo propone statistiche sulle dimensioni (villetta o appartamento) e sulla qualità delle abitazioni (casa di proprietà o in affitto) e sull’impatto ambientale.

- il Costo delle abitazioni: questa sezione evidenzia dati sul cambiamento dei prezzi delle case e degli affitti nell’ultimo decennio, mostrando anche la convenienza di un alloggio sia in città che nelle zone rurali. Nel periodo tra il 2010 e il 2019 c’è stato un aumento degli affitti del 13%, pari a quello dell’inflazione, mentre i prezzi delle case in vendita sono aumentati del 19%, con alcune eccezioni tipo l’Italia in cui sono diminuiti del 17%.

- le Costruzioni: questo capitolo esamina l’evoluzione nell’ultimo decennio del settore delle costruzioni, considerando le aree più edificate in Europa. Nel 2019 il comparto ha contato per il 5,5% del PIL, valore in media con il periodo 2010-2019.

Freddo e scarca impermeabilizzazione
Le caratteristiche dell’abitazione, come ad esempio la capacità di mantenere la casa calda, la mancanza di servizi igienici o le infiltrazioni dal tetto, influiscono sulla qualità e sul comfort di vita di chi le abita.

Nel 2019 il 6,9% della popolazione dell'UE ha dichiarato di non aver avuto la possibilità di riscaldare a sufficienza la casa. I paesi con le percentuali più alte sono Bulgaria, Lituania, Cipro e Portogallo mentre le percentuali più basse le riscontriamo in Austria, Finlandia e Svezia; l'Italia è sopra la media con una percentuale dell'11,1%.

Inoltre, circa l'1,6 % della popolazione non dispone di servizi igienici, doccia o vasca da bagno, con percentuali elevate in Romania, seguita da Lituania, Lettonia e Bulgaria.

Per quanto riguarda le perdite del tetto, il problema è stato registrato dal 12,7% della popolazione dell’UE con percentuali più elevate a Cipro, in Portogallo e in Ungheria.

Case troppo piene
I dati evidenziano che il 17,2% della popolazione viveva in una casa sovraffollata, percentuale scesa rispetto al 2010.
Nel 2019, i paesi con tassi di sovraffollamento elevati sono Romania, Lettonia e Bulgaria, mentre i valori più bassi a Cipro, Irlanda e Malta.

Al contrario, il 33% dei cittadini europei vive in una casa troppo grande per le esigenze dei suoi abitanti; stiamo parlando di persone anziane o coppie che rimangono in casa dopo che i figli sono cresciuti e se ne sono andati. In questo caso le percentuali maggiori si registrano a Malta, Cipro e Irlanda, e le più basse in Romania, Lettonia e Grecia.

Riguardo la situazione in Italia, i dati sul sovraffollamento evidenziano una maggiore eterogeneità, in particolare nelle regioni del Centro si registrano i peggioramenti più accentuati.
Il miglioramento rispetto ai problemi strutturali o di umidità è influenzato dalle categorie sociali e dalla tipologia di insediamento: uomini e donne, tutte le fasce d’età, italiani e stranieri, grandi città, città medie e cinture urbane, zone rurali.
Le differenze, infine, sono ampie a livello regionale e i miglioramenti risultano diffusi ma non generalizzati.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Venerdì, 08 Gennaio 2021 16:26

Superbonus 110%: la scadenza slitta al 2022

Superbonus

La Legge di Bilancio 2021 pubblicata il 30 dicembre 2020 in Gazzetta Ufficiale, entrata in vigore da 1° gennaio 2021, prevede una proroga finanziata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), attuativo del Next Generation EU.

Il superbonus 110%, infatti, è stato prorogato fino al 30 giugno 2022 e, per i condomìni che al giugno 2022 hanno concluso almeno il 60% dei lavori, fino al 31 dicembre 2022. Inoltre, per gli interventi effettuati dagli Istituti autonomi case popolari (ex-IACP), per i quali al 31 dicembre 2022 viene raggiunta la percentuale del 60%, il superbonus 110% spetta anche per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023.

La parte di spesa sostenuta nel 2022 dovrà essere recuperata in 4 rate anziché in 5. Sono prorogate a tutto il 2022 le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.
 
Requisiti per ottenere l'agevolazione

-Per edifici con unico proprietario:
Vengono chiariti alcuni dubbi rilevati nell'articolo 119 del Decreto Rilancio; in particolare saranno ammessi al superbonus 110% gli edifici composti da due a quattro unità immobiliari anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche;

- Per edifici funzionalmente indipendenti:
Viene chiarito nella Legge di Bilancio il concetto di 'funzionalmente indipendente' cioè una unità immobiliare dotata di almeno tre delle seguenti installazioni o manufatti di proprietà esclusiva: impianto per l’approvvigionamento idrico, per il gas, per l’energia elettrica, impianto di climatizzazione invernale.
 
- Coibentazione tetto, unità collabenti, barriere architettoniche:
Gli interventi di coibentazione del tetto sono trainanti, senza limitare il concetto di superficie disperdente al solo locale sottotetto eventualmente esistente. Inoltre, sono inclusi tra i beneficiari del superbonus 110% gli edifici privi di APE perché sprovvisti di tetto, di uno o più muri perimetrali, o di entrambi (unità collabenti), purchè al termine dei lavori raggiungano una classe energetica in fascia A.
Il superbonus 110% si applica anche ai lavori finalizzati all'eliminazione delle barriere architettoniche realizzati sia dai portatori di handicap che dagli over 65 (anche se non portatori di handicap).
La detrazione per l’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica su edifici viene estesa agli impianti solari fotovoltaici installati su strutture pertinenziali agli edifici.
Il superbonus 110% varrà anche per la ricostruzione degli immobili danneggiati da tutti i sismi che si sono verificati dopo il 2008, a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
 
- Colonnine di ricarica auto elettriche:
Per gli interventi di installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, ammessi al superbonus se realizzati congiuntamente a uno degli interventi trainanti, sono stabiliti tre differenti limiti di spesa, fatti salvi gli interventi in corso di esecuzione:
- 2.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno;
- 1.500 euro per gli edifici plurifamiliari o i condomìni che installano al massimo otto colonnine;
- 1.200 euro per gli edifici plurifamiliari o i condomìni che installano più di otto colonnine.
La detrazione va riferita ad una sola colonnina per unità immobiliare.
Quella spettante per le spese sostenute nel 2022, fino al 30 giugno, va suddivisa in quattro quote annuali di pari importo.

Bonus casa

Per quanto riguiarda i condomini, alla regola già vigente in merito alla validità delle deliberazioni dell’assemblea condominiale (l’approvazione degli interventi agevolabili, gli eventuali finanziamenti, l’adesione all’opzione per la cessione o per lo sconto in fattura) viene aggiunta la precisazione che, per la validità delle deliberazioni aventi per oggetto l’imputazione a uno o più condomini dell’intera spesa per l’intervento, occorrono quegli stessi requisiti più la condizione che i soggetti ai quali sono imputate le spese esprimano parere favorevole.

Riguardo l’obbligo di assicurazione per i professionisti, non è necessario stipulare una nuova assicurazione ma si può integrare quella già esistente, a condizione che la polizza già stipulata non preveda esclusioni relative ad attività di asseverazione e abbia un massimale non inferiore a 500.000 euro inserendo la copertura del rischio di asseverazione dell’art. 119 del Decreto Rilancio.
 
Per l’anno 2021, i Comuni potranno assumere a tempo determinato e parziale per massimo un anno, personale da dedicare al potenziamento degli uffici preposti alle pratiche amministrative relative al superbonus 110%, al fine di svolgere tempestivamente le attività.
 
Anche gli ex-IACP riceveranno 1 milione di euro per l’anno 2021 per far fronte ai costi per le esternalizzazioni delle attività tecniche e professionali.
 
Inoltre viene introdotto l’obbligo, per istituti di credito e altri intermediari finanziari che acquisiscono il credito, di quantificare le parcelle professionali rispettando il principio dell’equo compenso.
Questa norma è contenuta nella Legge di conversione dei Decreti Ristori.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Pubblicato in Normativa

Case in legno

Il settore delle case in legno è in grande espansione. Il mercato della bioedilizia nel 2019 ha visto un aumento pari a 1.35 miliardi di euro di produzione con un incremento del 2,3% rispetto all’anno precedente.

Questi sono i dati riportati nel 5° "Rapporto Case ed Edifici in legno" realizzato da Assolegno, Associazione di FederlegnoArredo che rappresenta le industrie di prima lavorazione e costruttori in legno.

Il Centro Studi di FederlegnoArredo ha realizzato questo rapporto che si basa sull’elaborazione dei dati forniti dai principali player del settore ed evidenzia una progressiva crescita del comparto industriale rappresentato all’interno della filiera da Assolegno, associazione che promuove la tipologia costruttiva in legno; ne evidenzia le peculiarità e collabora con tutti gli organi di competenza, nazionali ed europee, fra centri di ricerca, Istituzioni e mondo universitario; un vero e proprio osservatorio permanente sul mercato dell’edilizia green!

I dati evidenziano che sono state realizzate 3.300 unità e la quota sui permessi di costruire arriva al 7%; inoltre la crescita dell’internazionalizzazione del 20% con l’export che raggiunge i 60 milioni di euro.

Case in legnoAngelo Luigi Marchetti, presidente di Assolegno afferma che “In questi anni il settore delle costruzioni in legno è cresciuto e non solo in termini di mercato, ma ha anche saputo instaurare un rapporto stretto con gli architetti, offrendo loro un supporto tecnico indispensabile per offrire al cliente, pubblico o privato, la miglior soluzione possibile. Una collaborazione che sta dando ottimi frutti e che siamo certi si dimostrerà vincente, se pensiamo anche a quanto l’Europa si stia dimostrando orientata verso un’edilizia sempre più sostenibile."
Aggiunge inoltre che "Ogni materiale assume un valore in quanto tale, perché capace di portare il proprio contributo non più in senso strettamente ingegneristico, ma anche e soprattutto in senso ambientale ed ecologico. Non dimentichiamo mai che qualsiasi edificio in legno realizzato è di fatto un serbatoio di stoccaggio di CO2 che contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici”.

“L’interessamento crescente verso i temi della sostenibilità ambientale e le risorse rese disponibili per gli investimenti green" come illusta il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin "rappresentano i driver che incidono, più di altri, sullo sviluppo positivo della bioedilizia in legno in Italia. Un settore che innova e che riassume in sé i concetti di sicurezza, sostenibilità e responsabilità sociale tipici dell’economia circolare. E come Federazione intendiamo mettere proprio la sostenibilità e le certificazioni al centro dell’azione dei prossimi 4 anni. Tutti i comparti industriali che rappresentiamo avranno il nostro supporto affinché la produzione sostenibile dalla A alla Z sia il tratto distintivo della nostra filiera. Gli edifici in legno sono in tal senso uno degli esempi di cui andare più orgogliosi”.

Nel Nord Italia si concentra il numero maggiore di realizzazioni con struttura di legno, ma i dati dicono chiaramente che il mercato comincia a strutturarsi anche in ampie zone del Centro, a partire da Toscana, Lazio e Marche, arrivando a toccare anche regioni del Sud, come Puglia e Sicilia.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Pubblicato in Edilizia & Materiali

Una casa ecologica è una costruzione ecosostenibile, realizzata con materiali rinnovabili e a ridotto impatto ambientale e con la massima efficienza energetica.
Tale costruzione va progettata secondo l'impronta ecologica in ogni fase della realizzazione, dal reperimento delle materie prime, alle modalità di trasporto di queste, all'assemblaggio dei vari elementi costruttivi, alla fase di vita dell'immobile e alla sua manutenzione, fino ad arrivare ad una eventuale dismissione.

Case ecosostenibili

Ovviamente non tutte le case ecologiche lo sono al 100%, per questo vi sono vari gradi di sostenibilità. Uno dei livelli massimi a cui si tende è quello in cui si ha un totale risparmio energetico, ovvero gli edifici nZEB, ossia quelli a energia quasi zero.
A tal proposito, un aspetto da non sottovalutare è la certificazione di qualità sostenibile che molte costruzioni ecologiche riescono ad ottenere, raggiungendo così anche un maggiore valore sul mercato immobiliare.


Ma come è possibile progettare una casa ecologica? Ecco 5 semplici consigli per renderlo possibile:

1. Utilizzare legno di provenienza sostenibile
I materiali da costruzione sono una delle massime priorità nella costruzione delle case ecologiche. Realizzare case in legno prefabbricate ad esempio, garantisce una riduzione dei tempi di costruzione, dal momento che la maggior parte degli elementi che le costituiscono sono prefabbricati e arrivano sul posto già pronti per l'assemblaggio. Il montaggio viene effettuato a secco, con chiodi, viti, piastre di acciaio, in modo da evitare l'uso di malte e collanti, garantendo anche una maggiore salubrità degli ambienti. A ciò si aggiunge l'alta efficienza energetica dei sistemi di case in legno, la loro resistenza ai terremoti e la resistenza al fuoco ampiamente prevedibile.
2. Utilizzare fonti energetiche rinnovabili
Invece di optare per l’elettricità, prodotta in serie sfruttando spesso fonti energetiche non rinnovabili, puoi scegliere di costruire le tue case ecologiche optando per fonti energetiche rinnovabili installando moderne pompe di calore per riscaldare e raffrescare la tua casa, pannelli solari fotovoltaici sul tetto, pannelli solari termici sul tetto o adoperando mini pale eoliche.
3. Progettare seguendo le regole delle “Passive House”
Il concetto di Passivhaus è stato inventato in Germania negli anni ’70 e si basa sull’utilizzo di materiali di alta qualità e ad alte prestazioni, combinati con l’orientamento della casa. Questi metodi consentono di progettare delle case ecologiche in grado di offrire il miglior comfort interno con costi di gestione inferiori.
4. Progettare tetti verdi e giardini pensili
Oltre ad essere di forte impatto estetico, tali soluzioni costruttive aiutano a ridurre l’afflusso di calore all’interno della casa. Sono un ottimo modo per produrre ossigeno e per combattere gli effetti negativi dell’espansione urbana, come l'effetto isola di calore. I tetti verdi inoltre, aiutano anche a gestire meglio le acque piovane, allungano la vita delle coperture dei tetti e sono il modo perfetto per isolare le tue case dal calore dei raggi solari.
5. Raccogliere e riciclare l'acqua piovana
Recuperando l’acqua piovana evitiamo di utilizzare l’acqua potabile e quindi evitiamo sprechi idrici consistenti. Il modo migliore per il recupero dell’acqua piovana è installare un impianto che permette il recupero, lo stoccaggio e la filtrazione dell’acqua piovana. Inoltre, è possibile realizzare un impianto di recupero dell'acqua piovana in prossimità di qualsiasi edificio.

 

A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork

Pubblicato in Edilizia & Materiali

Cappotto termicoDal mese di marzo è stata recepita la Direttiva Europea 2018/844, che impone ai nuovi edifici costruiti nei Paesi dell’Unione Europe di essere a energia quasi zero (NZEB: Near Zero Emission Buildings). In pratica le nuove strutture dovranno essere costruite in modo da presentare un fabbisogno energetico molto basso, da coprire con energia proveniente da fonti rinnovabili. Questa misura è stata presa per contrastare l’inquinamento dell’aria da polveri sottili, cui contribuisce anche il riscaldamento degli edifici.

L’utilizzo in edilizia di manufatti e sistemi in EPS, polistirene espanso sinterizzato, facilita il raggiungimento di questo obiettivo e le aziende iscritte ad AIPE, Associazione Italiana Polistirene Espanso, producono i manufatti utilizzabili per realizzare edifici nZEB, in diverse parti dell’edificio, in particolare tetto e pareti.

Il tetto è un elemento veramente importante nel bilancio termico di un edificio. Il calore, infatti, tende a muoversi verso l’alto e oltre un terzo dell’energia si disperde attraverso una copertura mal isolata. Se questa, al contrario, è ben protetta, permette non solamente un elevato comfort abitativo, ma anche un buon risparmio energetico: la richiesta di combustibile è minore, le emissioni di biossido di carbonio sono inferiori e si riducono i costi di riscaldamento.

Il tetto a falde termoisolato, attraverso l’impiego di lastre in Polistirene Espanso Sinterizzato, può costituire un sistema in grado di fornire risposte valide ed economiche. Chiamato anche “a copertura discontinua”, il tetto a falde termoisolato è costituito da un insieme di strati ed elementi funzionali che soddisfano i requisiti della copertura. Può presentare o meno uno strato di ventilazione. Nel primo caso la copertura regola anche il comportamento termoigrometrico; nel secondo controlla solo la trasmissione del calore.

Cappotto termico

Le coperture possono essere anche di tipo continuo. Si tratta in questo caso di un sistema costituito da diversi strati che ha la funzione di assicurare la tenuta all’acqua. Le coperture continue sono essenziali soprattutto nei tetti piani, cioè con un’inclinazione inferiore al 5%.

L’EPS, sotto forma di lastre, viene impiegato anche nelle pareti verticali esterne e interne, per la sua capacità di isolare sia da un punto di vista termico, che acustico.  Nell’isolamento delle pareti, l’EPS può essere impiegato da solo o come parte integrante di sistemi più complessi, quali il capotto (ETICS) e il sistema ICF-SAAD (Insulated Concrete Forms – Sistemi Ad Armatura Diffusa).

Parlando di cappotto, oltre l’80% degli edifici dotati di cappotto utilizza l’EPS come materiale isolante. Questo manufatto è disciplinato da diverse norme tecniche che ne sanciscono le proprietà e caratteristiche tecniche.

I sistemi ICF-SAAD, invece, sono caratterizzati da una struttura a setti portanti in cemento armato, isolati con “casseri a rimanere” in polistirene espanso. Essi coniugano la resistenza meccanica del calcestruzzo gettato in opera con la capacità di isolamento termico dell’EPS, posto sia sulla faccia interna che su quella esterna del fabbricato. Questi sistemi, oltre ad isolare termicamente, permettono di realizzare strutture monolitiche altamente performanti grazie alla sinergia tra la resistenza alla compressione del calcestruzzo e alla trazione dell’acciaio. Questo garantisce una grande affidabilità strutturale anche in condizioni limite, come le sollecitazioni improvvise, violente e imprevedibili che si sviluppano durante il sisma. Gli edifici realizzati con questo sistema, infatti, rispondono adeguatamente alla legislazione nazionale vigente in materia.

 

Fonte: FEL - Edilizia Leggera

Pubblicato in Edilizia & Materiali

CompravenditaL’inadempimento dell’obbligo di uno dei promittenti venditori di stipulare il contratto definitivo di compravendita del bene in comproprietà può comportare la risoluzione del contratto preliminare e l’obbligo di restituzione del doppio della caparra anche per il venditore che invece abbia prestato il consenso alla vendita.

Nel caso di specie si trattava della compravendita di un fabbricato e di un terreno in comproprietà. Il promissario acquirente pretendeva la risoluzione del contratto preliminare per mancata stipula del contratto definitivo imputabile ad uno solo dei promittenti venditori.
La Corte d’Appello, in applicazione del principio secondo il quale i promittenti alienanti sono obbligati a prestare il consenso necessario al trasferimento del bene ritenuto un unicum inscindibile, riteneva entrambi i venditori responsabili, salva la possibilità di chiedere il risarcimento dei danni al soggetto che di fatto non aveva consentito la stipula.

Al riguardo la Corte di Cassazione, con l'ordinanza C. Cass. civ. 18/02/2020, n. 4013, ha precisato che l'obbligazione è indivisibile ai sensi dell'art. 1316, Cod. civ. quando ha ad oggetto una cosa o un fatto che non è, oggettivamente, suscettibile di divisione per sua natura o per il modo soggettivo in cui è stato considerato dalle parti contraenti.

Pertanto, nel preliminare di vendita di bene indiviso considerato quale "unicum", la prestazione dei promittenti venditori ha natura indivisibile, poiché ciascun promittente venditore non solo si obbliga a prestare il consenso per il trasferimento della sua quota, ma promette anche il fatto altrui e, cioè, il consenso degli altri, attesa l'unitarietà della prestazione.

Sulla base di tali considerazioni la Suprema Corte ha rigettato i ricorsi confermando la condanna di entrambi i venditori al pagamento in solido del doppio della caparra, anche se l’inadempimento del debitore era di fatto imputabile ad uno solo dei contraenti.

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Pubblicato in Varie
Giovedì, 19 Marzo 2020 21:24

Pavimenti esterni per la casa al mare

Pavimenti iDecking

I pavimenti per esterni per la casa al mare devono essere scelti con grande attenzione perché oltre che belli esteticamente devono assicurare ottima resistenza a sabbia e sale ed essere facili da pulire.

Quali materiali scegliere per i pavimenti esterni della casa al mare?

  • gres porcellanato;
  • cotto;
  • parquet per esterni o decking

Nonostante gres porcellanato e cotto siano materiali molto diffusi nella scelta della pavimentazione esterna per abitazioni al mare perchè resistenti e di facile manutenzione, decidere di orientarsi su pavimenti tipo decking regala sicuramente un grande senso di eleganza e accoglienza incluse  ottime prestazioni prestazioni tecniche date dagli ultimi materiali innovativi usciti sul mercato.
Decking DURO 2.0 e Etherno Bamboo

Decking DURO 2.0 e Etherno Bamboo sono le innovative pavimentazioni effetto legno anti macchia e di facile pulizia, ma soprattutto facili da montare e smontare grazie alla clip iFly. Decking DURO 2.0 è composto da una composizione di buccia del chicco di riso che favorisce ottime performance in zone umide e piovose, e bamboo e polimeri HDPE che aumentano la stabilità della messa a terra delle doghe.

Etherno Bamboo è la pavimentazione per esterni in 100% bamboo carbonized, in combinazione con i sistemi iDecking EasyClick e EasyChange e le sue caratteristiche principali sono quelle di avere ottima resistenza a fuoco e agenti atmosferici, oltre che essere assolutamente inattaccabile da tarli e insetti e i danni da loro provocati. Vediamo nello specifico le caratteristiche dei materiali sopra citati e le peculiarità dei sistemi di montaggio che abbassano drasticamente il bisogno di manutenzione, elemento importantissimo se si parla di un pavimento per una casa al mare:
Decking composito DURO 2.0

Il decking DURO 2.0 è un pavimento per esterno composito ottenuto per estrusione e composto dai seguenti materiali:   

  • LOLLA: ovvero, la buccia del chicco del riso! Materiale che ne garantisce le performance migliori negli ambienti più umidi: lago, mare, pioggia.
  • Bamboo: polvere di bambù! Questa la prima novità che si aggiunge alla lolla del riso per aumentare la stabilità delle doghe di pavimento.
  • Polimeri HDPE: per la parte plastica, che insieme ai due ingredienti naturali compone un pavimento molto più stabile del predecessore.


Antimacchia e Color performance: La novità eclatante, oltre alla composizione del DURO 2.0, sta nella capsula che lo avvolge in superficie! Un vero e proprio ritrovato in termini di tecnologia per garantire due dei fatturi più importanti per un pavimento da esterno, ovvero: Scolorimento e Pulizia! Grazie a questa capsula il DURO 2.0 è garantito anti macchia (in quanto il film non permette assorbimento) ed estremamente facile da pulire! La capsula protegge il pavimento dai raggi UV garantendo una stabilità del colore scelto per molte stagioni senza subire drastiche variazioni di colore!
Superficie Pavimento Composito DURO 2.0

Il Duro 2.0 migliora anche nella superficie che risulta davvero il fiore all’occhiello di questo nuovo materiale per pavimenti da esterno. L’effetto è quello del legno, con tutte le sue sfumature cromatiche nel colore e non solo! Infatti la superficie è lavorata in modo tale da riprodurre l’effetto del legno spazzolato. Disponibile in 5 colori: Teak - Burma - Denim - Helmut - Terra.
Sistemi di installazione DURO 2.0

Il decking DURO 2.0 è ovviamente compatibile con tutto il range dei sistemi di installazione iDecking, ovvero: EasyClick - EasyChange e la nuovissima clip iFly.

Grazie alla tecnologia iDecking, il pavimento per esterni DURO 2.0 si monta senza viti! E non solo… ogni doga, per chi sceglie clip iFly o il sistema EasyChange diventa totalmente intercambiabile / smontabile in qualsiasi parte della pavimentazione senza dover smontare/rimuovere il pavimento!
Decking Bamboo Etherno

Un nuovo prodotto sviluppato dal team iDecking Revolution dalle qualità a dir poco straordinarie: ETHERNO BAMBOO. Partiamo dalla materia prima, ovvero il Bamboo... Molti si chiederanno, come è possibile fare un pavimento in Bamboo??? In effetti, la canna di bamboo al centro è vuota e prima di diventare ETHERNO

Bamboo Decking deve passare attraverso una serie di steps che prevedono: il taglio delle canne, il trattamento, il ricompattamento ed il taglio a doghe. Per fare questo viene utilizzata la qualità di Bamboo dal fusto più grande, ovvero il così detto MOSO ( Phyllostachys Edulis Moso).

Per i più attenti del Panorama Ecologico Green e EcoFriendly dei prodotti c’è da dire che il Bamboo è classificato come erba ed è tra le risorse più abbondanti del pianeta. Materiale dunque con importanti certificazioni ambientali.

Ma cosa lo rende così speciale come pavimento per hotel e ristoranti?

Un segreto processo di “carbonizzazione” brevettato gli conferisce delle qualità in termini di durezza, stabilità e design INCREDIBILI. Ci troviamo davanti all’unico pavimento al mondo, 100% naturale, quasi indistinguibile dal legno, che non si muove neanche di un millimetro!!! Quest’ultimo punto è fondamentale, in quanto chi ha avuto già a che fare con pavimenti decking sia in legno che in composito ha sicuramente dovuto faticare per controllarne la stabilità rispetto ai sbalzi di temperatura.

Altro particolare da non sottovalutare è che la sua superficie non scheggia, consentendo il calpestio a piedi nudi in tutta tranquillità! ETHERNO BAMBOO Decking è la soluzione IDEALE per i posti ad alto calpestio come Bar, Ristoranti, Terrazze.

Ma c’è qualcosa di ancor più particolare che rende questo straordinario pavimento UNICO sul mercato: i sistemi di installazione EasyClick ed EasyChange, brevetti internazionali di iDecking Revolution.

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Pubblicato in Comunicati stampa

Strutture mobiliLa Corte di Cassazione ha riaffermato il principio secondo il quale è necessario il permesso di costruire per l'installazione su un terreno di strutture mobili quali camper, roulotte e case mobili, aventi una destinazione duratura al soddisfacimento di esigenze abitative.


Nel caso in esame, la Corte di Appello di Palermo aveva confermato la condanna della committente e proprietaria (ai sensi della lett. b), dell’art. 44, comma 1, del D.P.R. 380/2001 e dell’art. 95 del D.P.R. 380/2001) per aver eseguito lavori di collocazione di una casa mobile modulare su un terreno di 1.200 mq sito nel Comune di Agrigento e, in relazione alle opere descritte ricadenti in zona sismica, aver omesso di fornire il prescritto preavviso allo sportello unico per l'edilizia.

Secondo quanto accertato dai giudici di merito, sul terreno di proprietà dell'imputata era stato posizionato un prefabbricato modulare di 42 mq. - in parte poggiato su carrello, in parte fissato al terreno attraverso tubi telescopi - articolato in due unità abitative arredate, con ingressi distinti, dotate la prima di cucina, bagno e una camera da letto e la seconda di una cucina, due camere da letto e un vano adibito a bagno; all'esterno, il manufatto presentava una terrazza con parapetti in metalli a protezione e un'area pavimentata con mattoni autobloccanti.

I giudici di merito avevano dunque logicamente desunto che l'opera, seppur potenzialmente mobile e precaria, era destinata a soddisfare esigenze abitative di carattere duraturo, come tra l'altro dimostrato dal fatto che dal momento dell'installazione de fabbricato (settembre 2014) fino al giugno 2015 la casa mobile era rimasta in maniera stabile e perdurante sul fondo dell'imputata.

La Sent. C. Cass. pen. 28/08/2019, n. 36481, in proposito, ha ribadito che è configurabile il reato di costruzione edilizia abusiva nell'ipotesi di installazione su un terreno, senza permesso di costruire, di strutture mobili quali camper, roulotte e case mobili, sia pure montate su ruote e non incorporate al suolo, aventi una destinazione duratura al soddisfacimento di esigenze abitative.

Di conseguenza, poiché l’opera in questione si configurava come intervento di nuova costruzione ai sensi della lett. e), dell’art. 3, comma 1, del D.P.R. 380/2001, in quanto tale subordinato a permesso di costruire, è stata confermata la condanna della proprietaria per l'installazione di una casa mobile in zona sismica, in assenza del permesso di costruire e dell’avviso allo sportello unico per l’edilizia.

***
Si ricorda che la lett. e.5, dell'art. 3, comma 1, del D.P.R. 380/2001 definisce intervento di nuova costruzione "l'installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, ad eccezione di quelli che siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee o siano ricompresi in strutture ricettive all’aperto per la sosta e il soggiorno dei turisti, previamente autorizzate sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, in conformità alle normative regionali di settore”.

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it

Pubblicato in Normativa

Case che sembrano organismi cellulari, sospese come nuvole poetiche e avveniristiche, e nascondono ideali della controcultura degli anni '70

Claude Costy è la regina delle bolle: le sue case avveniristiche, fatte di sfere che si incastrano l’una nell'altra come strani aggregati cellulari, organismi misteriosi eppure profondamente umani, sono un simbolo della controcultura e dell’avanguardia che negli anni '70 scosse dalle fondamenta l’architettura europea.

Nata il 30 giugno 1931 a Ginevra, con doppio passaporto svizzero e francese, Claude studia alla Scuola di Architettura della sua città natale, e qui conosce Pascal Häusermann, con il quale dividerà il lavoro e la vita. Precursori della Blob Architecture, entrambi sono influenzati dalle idee di Frank Lloyd Wright, che nella metà del Novecento conoscono un crescente seguito in Europa. L’architettura organica, che si modula sui bisogni di coloro ai quali è destinata e sulle specificità dell’ambiente che la accoglie, nelle loro mani assume un carattere spiccatamente artistico, concettuale e sperimentale.

Non a caso Claude Costy, prima ancora che un architetto, è una scultrice. Sa lavorare la ceramica, e plasma le case come fossero vasi, con la stessa attitudine tattile, lo stesso gusto per le linee curve che scorrono sotto le dita. Ciò che le interessa è ricercare un legame tra la costruzione e il suo habitat, prestando ascolto al mondo naturale, mimandone le forme in ogni dettaglio.

Le sue “bolle” paiono escrescenze amebiformi espulse dalla terra, fossili futuristici in cui si possono riscoprire le proprie radici, senza infingimenti, senza il diktat delle convenzioni comuni. E infatti anche gli interni assomigliano a caverne, bozzoli primitivi dove i mobili sono scolpiti, scavati nelle pareti di calcestruzzo, in un continuum intimo e avvolgente.

Per costruire le sue poetiche sfere, avulse da ogni geometria tradizionale, Claude, insieme a Pascal, perfezione anche una tecnica costruttiva rivoluzionaria, fino a quel momento inedita in Europa, ossia quella della “cassaforma persa”. Il cemento viene steso a mano in un'armatura metallica (e non più di legno, come era prassi diffusa), che poi resta intrappolata sotto di esso, e così la casa si espande cellula dopo cellula, pietra su pietra, intorno al suo scheletro, proprio come farebbe un corpo vivo.

L’opera che meglio racconta questa visione e la sua trasposizione tecnica è la Bubble House di Minzier, in Alta Savoia, dove tutt’ora Claude Costy risiede. Costruita sulle rovine di un antico presbiterio del XVII secolo di cui ha conservato le fondamenta e alcune pareti, la casa di Claude Costy inizia a prendere forma nel 1968. La coppia di architetti vuole qualcosa di più di un posto in cui vivere. Sogna un manifesto, un lascito artistico e ideologico, che faccia propria la bellezza abbacinante della valle, coi monti sullo sfondo e l’abbraccio dei boschi tutt’intorno, e la traduca in linguaggio architettonico.

Se le facciate sono un intreccio morbido, scomposto e ardito di volumi, con bolle finestrate che sporgono come occhi, la terrazza è uno specchio in cui si tuffa il cielo. Qui si trova infatti una piscina panoramica sorvegliata da un ventaglio di camini, che si tendono come le antenne di un bizzarro insetto. Una cupola sigilla lo studio dove Claude ancora oggi modella le sue creazioni in ceramica. All’interno non c’è nemmeno un angolo retto. Le bolle sono stanze che scivolano l'una nell'altra, scandite da archi sghembi, volte uterine, scale a chiocciola. Per segnalare a quale membro della casa appartiene ciascuna camera, il ritratto del membro della famiglia corrispondente è scolpito sopra la porta.

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