Come sarà il Villaggio di Milano per le Olimpiadi invernali del 2026
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A progettare il luogo sportivo che ospiterà a Milano le prossime Olimpiadi invernali del 2026, è stato lo studio Skidmore Owings & Merrill, che si aggiudicò la commissione lo scorso 2021. Il progetto messo a punto dal Team americano è oggi più che mai attuale per le soluzioni innovative e sostenibili che lo caratterizzano. Riciclabilità, riuso e rispetto dell’ambiente sono infatti i principi alla base di tutto il concept architettonico dell’opera.
Il Villaggio Olimpionico che sarà realizzato, riqualificherà Porta Romana in occasione dell’evento sportivo e rappresenterà un importante passo di rigenerazione urbana dell’intero quartiere. Skidmore Owings & Merrill si occuperà della trasformazione di due strutture e della costruzione di sei edifici in legno che ospiteranno gli atleti, finalizzati a divenire, nei mesi successivi, alloggi per studenti a prezzi accessibili. Gli spazi per gli atleti ricorderanno i piccoli complessi industriali e artigianali tipici di questa parte della città. Gli atleti, e poi gli studenti e i cittadini, potranno accedere ai servizi fruibili nel Villaggio attraverso il piano terra che manterrà un ruolo prevalentemente pubblico.
A completare il tutto sarà l’Olympic Village Plaza, una piazza dal carattere comunitario, moderno ed ecologico pensata per essere luogo di aggregazione durante le gare olimpioniche e luogo di socialità al termine dell’evento. La piazza sarà il fulcro della comunità del quartiere sempre aperta al pubblico Questo spazio è immediatamente configurabile in modo permanente, con percorsi diretti di accesso al parco. I percorsi pedonali costituiscono una parte strutturale del sistema, insieme alle piantumazioni e agli spazi pubblici esterni, si evince dal progetto.
I materiali utilizzati per il Villaggio Olimpico saranno scelti nel rispetto dell’ambiente e ogni struttura sarà progettata per essere permanente o riutilizzata. L’energia sarà garantita da impianti solari termici e fotovoltaici che copriranno oltre il 30% del fabbisogno. Dalla presentazione del progetto si legge che anche l’acqua piovana sarà raccolta e riutilizzata, con una riduzione dell’uso di acqua potabile di oltre il 50% e una riduzione della Co2 del 40%”. Infine, è stata prevista la creazione di serre e orti per la produzione di cibo all’interno dell’area, consentendo la creazione del primo villaggio per studenti con prodotti a chilometro zero. Grazie a caratteristiche innovative di sostenibilità, tutto avrà un impatto ambientale minimo, in conformità con i requisiti del Nearly Zero Energy Building, sono state le parole del designer Colin Koop.
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