Mini guida pratica al bonus per autonomi (iscritti a gestione separata INPS, gestioni speciali, lavoratori agricoli, del turismo e dello spettacolo) e professionisti "ordinistici" (iscritti all'Ordine o Collegio e alla Cassa di previdenza).
Gli artt. 27-31 del D.L. 18/2020, e l’art. 38 del D.L. 18/2020 medesimo, riconoscono in favore di alcune categorie di lavoratori autonomi un’indennità di sostegno per il mese di marzo 2020 pari a 600 Euro.
A sua volta, l’art. 44 del D.L. 18/2020 istituisce il “Fondo per il reddito di ultima istanza”, volto a erogare sostegno al reddito per lavoratori dipendenti e autonomi - ivi compresi i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria (quali Cassa ingegneri e architetti, Cassa geometri, Cassa forense, Cassa dottori commercialisti, Eppi, ecc.). In attuazione di detto articolo, è stato emanato il D. Min. Lavoro 28/03/2020 (allegato), che detta criteri e modalità attuative concernenti i lavoratori autonomi iscritti alle casse.
INDENNITÀ PER LAVORATORI AUTONOMI E PROFESSIONISTI “NON ORDINISTICI”
Soggetti beneficiari e condizioni
Si riporta di seguito una tabella con i soggetti beneficiari e le condizioni per la fruizione. Salvo diversa indicazione, le condizioni devono essere verificate alla data di entrata in vigore del D.L. 18/2020, e perciò al 17/03/2020.
Le indennità in questione:
- sono esenti da imposte sul reddito (si tratta quindi di un importo netto);
- non sono cumulabili tra di loro e con quella destinata ai professionisti “ordinistici” (vedi oltre);;
- non possono essere percepite da soggetti che percepiscano già il reddito di cittadinanza.
Per tutte le indennità in questione, la normativa dispone esplicitamente che si provvede al monitoraggio del limite di spesa complessivo (vedi tabella), e che in caso di sforamento anche presumibile “non sono adottati altri provvedimenti concessori” (salva la possibilità di ulteriori stanziamenti).
Per tutte le indennità in questione sono esclusi i professionisti iscritti agli Ordini o Collegi professionali, che versano la loro contribuzione pensionistica alle Casse previdenziali di riferimento (per questi professionisti, vedi paragrafo dedicato).
SOGGETTI BENEFICIARI |
"Siamo pronti a firmare, anche subito, la convenzione con l'Inps per rendere operativo il cumulo gratuito dei contributi".
A dirlo, a margine dei lavori del convegno dell'Alleanza professionisti per l'Italia, a Roma, il presidente di Inarcassa (Ente di previdenza degli ingegneri e degli architetti liberi professionisti) Giuseppe Santoro, all'indomani della presentazione dei contenuti della convenzione da parte dei presidenti dell'Inps e dell'Adepp (Associazione delle Casse private) Tito Boeri ed Alberto Oliveti. Documento che l'Istituto di previdenza pubblico dovrà, poi, sottoscrivere con ogni singolo Ente previdenziale. (ANSA)
Presto operativa la possibilità di cumulare gratuitamente i contributi versati a Inarcassa con quelli versati ad altri fondi.
Più vicina la pensione per ingegneri e architetti, grazie al cumulo dei contributi: è stata infatti recentemente approvata, dai ministeri del Lavoro e dell’Economia, la delibera di Inarcassa (la gestione previdenziale a cui, appunto, sono iscritti gli ingegneri e architetti liberi ministeri del Lavoro e dell’Economia professionisti) che stabilisce le regole per chiedere il cumulo dei contributi versati a più fondi di previdenza.
Il cumulo, che consiste nella possibilità di sommare gratuitamente i contributi versati in più gestioni previdenziali, comprese, dal 2017 [1], anche quelle dei liberi professionisti, sinora, nonostante l’emanazione di una circolare di dettaglio dell’Inps [2], per questi ultimi soggetti è rimasto lettera morta: non basta, difatti, la sola circolare Inps, perché diventi operativo il cumulo, ma è necessaria la delibera della cassa professionale coinvolta, la sua approvazione da parte dei ministeri e, infine, una convenzione quadro tra la cassa professionale e l’Inps, attraverso l’Adepp (associazione degli enti previdenziali privati).
Un iter piuttosto articolato, che per gli ingegneri e gli architetti, grazie alla recente approvazione dei ministeri competenti della delibera Inarcassa, si sta per fortuna volgendo al termine: manca solo la convenzione, difatti, perché questi professionisti possano finalmente andare in pensione sommando i contributi presenti in casse diverse.
Ma procediamo per ordine e vediamo come funziona, per la pensione ingegneri e architetti, il cumulo dei contributi.
Indice
1 Pensione col cumulo dei contributi
2 Pensione ingegneri e architetti
3 Pensione in cumulo ingegneri e architetti
Pensione col cumulo dei contributi
Innanzitutto, è necessario ricordare che con il cumulo dei contributi, ossia sommando gratuitamente contributi presenti in diversi fondi ai fini del diritto alla pensione, non è possibile ottenere qualsiasi tipo di trattamento, ma soltanto la pensione di vecchiaia ordinaria (con un minimo di 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi), la pensione anticipata (con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne), la pensione di inabilità e ai superstiti. Ogni gestione calcola la quota di pensione di competenza secondo le proprie regole, senza necessariamente applicare il ricalcolo del trattamento col sistema contributivo.
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, però, alla maturazione dei requisiti appena esposti è possibile, come precisato dall’Inps [2], ottenere soltanto la quota di pensione maturata presso i fondi e le gestioni facenti capo all’Inps stessa (fondo pensione lavoratori dipendenti, commercianti, gestione separata…). Per ottenere la quota della pensione di vecchiaia maturata presso la cassa professionale, invece, devono essere soddisfatti i requisiti previsti presso la specifica gestione previdenziale.
Pensione ingegneri e architetti
Gli ingegneri e gli architetti possono, ad oggi, ottenere le seguenti tipologie di pensione presso Inarcassa:
-pensione di vecchiaia unificata: il trattamento può essere ottenuto con almeno 66 anni di età e 32 anni e 6 mesi di contributi (esiste una deroga che prevede solo 20 anni di versamenti per chi ha versato il primo contributo antecedentemente al 29 gennaio 1981, se matura 65 anni di età e 20 anni di contributi alla data del 19 novembre 2015);
-pensione di vecchiaia unificata anticipata: in questo caso, è possibile pensionarsi, nel 2018, con 63 anni di età e 32 anni e 6 mesi di contributi; nel 2019, con 63 anni di età e 33 anni di contributi; si è però soggetti a una penalizzazione percentuale che diminuisce al crescere dell’età;
-pensione di vecchiaia posticipata: il pensionamento è possibile a 70 anni di età, senza requisito di contribuzione minimo, ma l’assegno è calcolato col sistema interamente contributivo, senza la quota retributiva; la quota di retributivo spetta solo a chi ha oltre 30 anni di contributi, oppure a chi ha raggiunto almeno 20 anni di contributi al 31 dicembre 2012;
-pensione contributiva: è una pensione che spetta a chi compie 66 anni di età entro il 2017, se possiede almeno 5 anni di contribuzione; dal 2018 la pensione è abolita e sostituita dalla pensione di vecchiaia unificata.
Possono inoltre essere ottenuti i trattamenti d’invalidità, inabilità e le pensioni ai superstiti (indiretta e di reversibilità).
Il calcolo della pensione è misto (in parte reddituale, cioè basato sui redditi professionali, in parte contributivo, ossia basato sui contributi versati).
Pensione in cumulo ingegneri e architetti
Secondo quanto deliberato da Inarcassa, la pensione ingegneri e architetti con cumulo dei contributi può essere ottenuta con le regole previste per la pensione di vecchiaia unificata, ma senza utilizzare il calcolo misto della pensione. Dovrà essere utilizzato, invece, il sistema di calcolo contributivo, solitamente meno favorevole al pensionato.
Una doccia fredda per coloro che, in base alla normativa generale sul cumulo, e considerate le delibere più favorevoli emanate da altre casse professionali, non si aspettavano il ricalcolo contributivo della prestazione.
fonte: laleggepertutti.it