A due anni dal lancio, Instant Remover di FILA, il pulitore istantaneo per stucco cementizio fresco, ha ottenuto il brevetto come formulato in primis e poi come sistema applicativo con risultato finale efficace e certificato.
Pronto all’uso, Instant Remover elimina i residui di stucco cementizio fresco, anche additivato, su gres porcellanato, ceramica, mosaico vetroso e klinker. Nel caso di grandi lastre è ottimo sia per evitare “l’effetto finestra” nel dopo posa (residui di stucco cementizio intorno ai bordi), sia per la pulizia sul retro prima della posa.
Perfetto anche per la pulizia degli attrezzi di stuccatura dopo l’uso.
Grazie all’innovativa Tecnologia Rapid Dry di FILA il prodotto non produce schiuma ed è applicabile contestualmente alla posa, in maniera veloce e senza risciacquo.
Instant Remover rispetta le fughe, non rovina i profili in alluminio e in acciaio ed è estremamente maneggevole grazie al flacone dal formato ultracompatto, che consente una massima ergonomia per un utilizzo continuativo. Non emette fumi nocivi ed è utilizzabile in ambienti esterni ed interni, sia su pavimenti che su superfici verticali.
Dalla partnership tra i laboratori di ricerca FILA e il comitato tecnico di Assoposa è nata una soluzione destinata a rivoluzionare la quotidianità professionale del posatore e ad eliminare le eventuali fastidiose contestazioni tra clienti ed aziende produttrici.
Permette al posatore di risparmiare tempo riuscendo ad ottenere risultati a regola d’arte, come da regolamento in vigore che impone al posatore la pulizia della superficie contestualmente alla posa stessa.
Dal mondo della ricerca una soluzione green per assicurare il corretto distanziamento sulle spiagge nella fase post-emergenza COVID-19. L’idea è di utilizzare la Posidonia oceanica, una pianta marina che si deposita in grandi quantitativi sugli arenili mediterranei, per realizzare barriere di sicurezza ecologiche.
L’innovazione - sviluppata da ENEA in collaborazione con l’azienda Ecofibra - consiste in pannelli divisori imbottiti con Posidonia, raccolta ed essiccata, per separare gli ombrelloni e creare dei percorsi di accesso all’acqua, in linea con l’attuale normativa sanitaria.
“L’utilizzo durante la stagione estiva di questi dispositivi economici, facilmente riutilizzabili e che possono essere realizzati anche con materiali 100% naturali, consentirebbe di rendere fruibili in sicurezza superfici di costa altrimenti non balneabili e di ridurre la dispersione di aerosol a beneficio della ricettività turistica”, spiega Sergio Cappucci del Laboratorio ingegneria sismica e prevenzione dei rischi naturali ENEA, che ha inventato e brevettato il sistema utile anche per stuoie, sdraio, cuscini e altri arredi, in un’ottica di economia circolare, protezione dell'ambiente e tutela della biodiversità, offrendo nuove opportunità di sviluppo economico.
Questi prototipi di “separè” ecologici, alti circa 120 cm e larghi 200 cm, sono dotati di telai in acciaio e fodera in plastica riciclata o in materiali naturali; a fine stagione l’imbottitura può essere semplicemente svuotata sulla spiaggia dove torneranno a svolgere l’originaria funzione di protezione dall’azione erosiva provocata dalle onde.
I dispositivi rappresentano inoltre una soluzione al problema della corretta gestione della Posidonia spiaggiata che occupa molta superficie, generando cattivi odori: se raccolti insieme ad altri rifiuti, infatti, i cumuli devono essere smaltiti, con costi ingenti per operatori e amministrazioni locali che devono provvedere alla loro rimozione.
La Posidonia oceanica è un importante indicatore dello stato di salute del mare in grado anche di ridurre i fenomeni di erosione costiera, produrre ossigeno, contribuire alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità. La loro rimozione, oltre a sottrarre quantità elevate di sabbia alle spiagge, privandole della naturale protezione dalle mareggiate, sottrae biomassa e nutrienti importanti per gli ecosistemi costieri, con conseguente impoverimento della biodiversità. Un recente studio ha calcolato che la rimozione meccanica di Posidonia spiaggiata, la cosiddetta “banquette”, in 19 spiagge ha fatto perdere in 9 anni (2010-2018) un volume di sabbia di oltre 39.000 mc, equivalenti a circa 30.000 tonnellate di sabbia.
Al fine di promuovere l'importanza della Posidonia oceanica e valorizzare la "banquette", dal prossimo giugno presso il Parco Nazionale del Circeo e il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia saranno realizzati due "laboratori a cielo aperto" nell'ambito del progetto BARGAIN, realizzato da ISPRA, Università di Tor Vergata ed ENEA, con il contributo della Regione Lazio.