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Il “da Vinci’s Bridge”, Gravina: Innovazione e Tradizione nell’Architettura 3D

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Un progetto ambizioso e pionieristico nel campo dell’architettura sostenibile è stato recentemente completato dal Politecnico di Bari e inaugurato a Gravina in Puglia. Sotto la guida del professor Giuseppe Fallacara, un team composto dagli architetti Ilaria Cavaliere, Angelo Vito Graziano, Francesco Ciriello, e dall’ingegner Claudio Gallo ha realizzato il primo prototipo italiano di ponte pedonale ecosostenibile e autoportante, costruito utilizzando tecnologie di stampa 3D e materiali innovativi derivati da scarti di lavorazione.

Un Omaggio a Leonardo da Vinci
Il progetto, denominato “da Vinci’s Bridge”, è ispirato all’idea del genio Leonardo da Vinci, che nel 1502 propose al Sultano di Istanbul, Bayezid II, la costruzione di un imponente ponte sul Bosforo, il quale però non fu mai realizzato. Questo omaggio al Maestro rinascimentale coniuga l’antica disciplina della stereotomia — l’arte della geometria applicata al taglio dei solidi per costruzioni — con le tecnologie più avanzate della stampa 3D.

Tecnologie e Materiali all’Avanguardia
Il ponte, inaugurato a Gravina in Puglia il 20 dicembre scorso alla presenza del sindaco Fedele Lagreca, si estende per una luce di 7 metri. Per la sua costruzione è stata utilizzata una malta a basso impatto ambientale composta da polveri lapidee di scarto e un legante a base di geocalce. Questa innovativa soluzione dimostra come i residui delle lavorazioni lapidee possano essere trasformati in risorse sostenibili per il settore delle costruzioni e del design.
La startup B&Y di Gravina in Puglia ha co-finanziato una borsa di dottorato di ricerca, mentre l’azienda WASP di Massa Lombarda (Ravenna), specializzata in grandi stampanti 3D, ha fornito il supporto tecnologico necessario. Il risultato è un esempio concreto di economia circolare e di innovazione tecnologica applicata all’architettura.

Collaborazione e Prospettive Future
Questa iniziativa pubblico-privata rappresenta un importante punto di partenza per ulteriori sviluppi. I prossimi passi includono la valutazione delle proprietà meccaniche dei materiali utilizzati e il perfezionamento del processo di stampa 3D, con l’obiettivo di ampliare le applicazioni nel settore architettonico e promuovere soluzioni sempre più sostenibili e tecnologicamente avanzate.
Il progetto del Politecnico di Bari ha collocato l’ateneo tra le poche università al mondo attive nella stampa 3D applicata all’architettura, al fianco di istituzioni prestigiose come l’ETH di Zurigo, la Ball State University negli Stati Uniti, l’Institute for Advanced Architecture of Catalonia di Barcellona e l’Eindhoven University of Technology.

Interesse Nazionale
L’eco di questa innovazione non si è fatta attendere. Il Comune di Valledolmo, in provincia di Palermo, ha già manifestato interesse per la realizzazione di un ponte similare nel proprio contesto paesaggistico e turistico. Questo evidenzia il potenziale di espansione di questa tecnologia in altre aree italiane, sottolineando come tradizione e innovazione possano integrarsi per creare un futuro più sostenibile.

Un Percorso di Ricerca Ventennale
Il professor Giuseppe Fallacara, ordinario di Progettazione Architettonica presso il Dipartimento di Architettura (ArCoD) del Politecnico di Bari, ha sottolineato come questo progetto rappresenti il culmine di vent’anni di ricerca sulla stereotomia e sulle sue applicazioni nel campo delle costruzioni. “Stereotomia e prime applicazioni in 3D è stato il tema della mia tesi di dottorato nel 2003,” afferma Fallacara. Da allora, molte tesi di laurea e di dottorato hanno contribuito a costruire un patrimonio di conoscenze scientifiche di assoluto rilievo.

Il “da Vinci’s Bridge” è dunque un simbolo dell’incontro tra passato e futuro, unendo l’eredità della grande architettura rinascimentale con le tecnologie più avanzate. Questo progetto non solo celebra il genio di Leonardo, ma pone anche le basi per un futuro sostenibile e innovativo nel settore delle costruzioni.

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