3 minuti di lettura (612 parole)

Equo compenso e BIM: Anci e Anac chiedono di allentare gli obblighi nel Codice Appalti

Proposte alla cabina di regia del Mit per migliorare la gestione delle gare d'appalto e facilitare l'uso del BIM nelle amministrazioni pubbliche.

Il dibattito sulla compatibilità tra l'equo compenso e il Codice Appalti è acceso: le amministrazioni sono pronte a gestire un maggior numero di gare d'appalto con l'obbligo di utilizzo del BIM? Questi sono solo alcuni dei temi che l'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) e l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) hanno sollevato alla cabina di regia del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Le due organizzazioni stanno proponendo modifiche alla normativa sui contratti pubblici.

Equo compenso nei servizi di Ingegneria e Architettura

Uno dei punti chiave sollevati dall'Anci e dall'Anac riguarda la mancanza di coordinamento tra il Codice Appalti e le norme sull'equo compenso. L'Anci sostiene che le norme sull'equo compenso non dovrebbero essere applicate alle gare per l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, neanche nell'ambito di un appalto integrato. Questa posizione è in linea con due pareri espressi dall'Anac nei mesi precedenti.

Ad aprile, l'Anac ha specificato che le gare per l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura non devono necessariamente rispettare l'equo compenso. A marzo, l'Anticorruzione aveva già dichiarato che, data l'incertezza normativa, le Stazioni Appaltanti possono scegliere di non applicare il principio dell'equo compenso.

Recentemente, l'Anac ha reiterato queste argomentazioni presentandole alla cabina di regia del Mit. In particolare, ha chiesto chiarimenti sull'eventuale reintroduzione dei parametri professionali minimi con la Legge 49/2023 sull'equo compenso e quale potrebbe essere il ribasso massimo considerato accettabile nelle procedure di affidamento dei servizi di ingegneria e architettura.

Limiti all'obbligo di utilizzo del BIM

Un'altra area di preoccupazione per i Comuni e l'Anticorruzione riguarda l'obbligo di utilizzo del BIM. Dal 2019, il BIM è obbligatorio per le gare con importi superiori a 100 milioni di euro, e dal 1° gennaio 2025, sarà necessario per le gare con importi superiori a 1 milione di euro.

L'Anci ha sollevato dubbi sull'implementazione generalizzata di questo obbligo, sottolineando che molte stazioni appaltanti sarebbero costrette ad assumere personale certificato per gestire il BIM. Le norme UNI sul BIM richiedono la presenza di quattro figure certificate (BIM Specialist, BIM Coordinator, BIM Manager e CDE Manager), che devono superare esami specifici. Tuttavia, secondo Accredia, il numero di professionisti certificati è ancora insufficiente rispetto alla domanda.

Inoltre, pochi di questi professionisti lavorano nelle Pubbliche Amministrazioni, costringendole così a fare affidamento su incarichi esterni. Di conseguenza, l'Anci propone di limitare l'obbligo del BIM alle gare con importi superiori alle soglie comunitarie (143 mila euro per appalti pubblici di forniture e servizi banditi da Autorità centrali; 215 mila euro per Amministrazioni sub-centrali; e 5,3 milioni di euro per appalti pubblici di lavori e concessioni).

Per le gare dove è richiesto il BIM, il Codice prevede una maggiorazione del 10% sugli onorari per tutte le prestazioni oggetto dell'affidamento. Tuttavia, secondo l'Anac, questa maggiorazione dovrebbe applicarsi solo quando l'obbligo del BIM è a carico dell'operatore economico, ossia quando il progettista deve utilizzare il BIM come requisito di partecipazione. Se l'uso del BIM è un fattore premiante e non un obbligo, l'Anac ritiene che la maggiorazione non debba essere applicata.


Le proposte dell'Anci e dell'Anac evidenziano la necessità di una revisione del Codice Appalti per allinearlo meglio alle realtà operative delle amministrazioni locali e delle stazioni appaltanti. È fondamentale trovare un equilibrio tra l'implementazione di strumenti moderni come il BIM e la sostenibilità operativa ed economica delle amministrazioni pubbliche. La cabina di regia del Mit avrà il compito di valutare queste proposte e di apportare le modifiche necessarie per garantire un'applicazione efficace e armoniosa del Codice Appalti.


Copyright

© Edilsocialnetwork

Piscine Castiglione con la tecnologia “made in Ita...
Makita Italia compie 50 anni. Nuova forza ai valor...

Forse potrebbero interessarti anche questi articoli

Accettando accederai a un servizio fornito da una terza parte esterna a https://www.edilsocialnetwork.it/