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Codice Appalti: Confindustria chiede di ridurre le soglie per gli affidamenti diretti

Proposte di modifica al Codice dei Contratti Pubblici: equo compenso, revisione dei prezzi e subappalto al centro delle richieste delle imprese e delle società di progettazione

La Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera è attualmente impegnata in una serie di audizioni informali con l'obiettivo di raccogliere proposte per la modifica e il miglioramento del Codice dei contratti pubblici (Dlgs 36/2023). Dopo oltre un anno dall'entrata in vigore del nuovo codice, diverse associazioni di categoria stanno avanzando richieste specifiche per rendere il sistema degli appalti pubblici più efficiente e trasparente.

Tra le associazioni intervenute, spiccano Confindustria e Oice, l'Associazione delle Società di Ingegneria e Architettura. Le loro proposte si concentrano su temi cruciali come gli affidamenti diretti, l'equo compenso e la revisione dei prezzi. Ecco un'analisi delle loro osservazioni principali.

Riduzione delle soglie per gli affidamenti diretti: trasparenza e concorrenza

Confindustria propone una significativa riduzione delle soglie per gli affidamenti diretti. Attualmente, la soglia per servizi e forniture è fissata a 143.000 euro, ma l'associazione imprenditoriale suggerisce di abbassarla a 100.000 euro. Per quanto riguarda i servizi di ingegneria e architettura, la proposta è di ridurre la soglia dagli attuali 143.000 euro a 75.000 euro.

Secondo Confindustria, questa misura aumenterebbe la trasparenza e favorirebbe una maggiore concorrenza, riducendo la discrezionalità delle stazioni appaltanti. La proposta mira anche a semplificare le procedure, garantendo un accesso più equo al mercato degli appalti pubblici.

Oice, dal canto suo, sottolinea la necessità di colmare il vuoto normativo lasciato dall'abrogazione delle Linee Guida Anac 1/2016. Secondo l'associazione, l'assenza di riferimenti chiari per l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura ha creato difficoltà operative per gli attori coinvolti.

Equo compenso e appalti di servizi: un nodo da sciogliere

Un altro punto di discussione riguarda l'applicabilità dell'equo compenso negli appalti pubblici. Confindustria ha espresso preoccupazioni in merito alla confusione normativa che potrebbe derivare dall'applicazione della Legge 49/2023 sull'equo compenso, proponendo di escludere gli appalti di servizi dall'ambito della legge. Secondo l'associazione, il Codice dei Contratti Pubblici dovrebbe regolamentare le prestazioni professionali legate agli appalti, per evitare incertezze applicative.

Oice, invece, evidenzia la necessità di aggiornare il Decreto Parametri per includere nuove attività non ancora previste, e suggerisce soluzioni che permettano di valorizzare la qualità rispetto al prezzo. L'associazione sostiene che l'uso di formule esponenziali potrebbe garantire una valutazione più equilibrata, ponendo l'accento sulla qualità del servizio offerto.

Revisione dei prezzi e subappalto: richieste di chiarezza normativa

Sul fronte della revisione dei prezzi, Confindustria propone di chiarire che la soglia del 5% rappresenta solo un punto di attivazione della revisione, e che una volta superata, l'80% della variazione dei costi deve essere applicata sull'intera variazione. Inoltre, l'associazione suggerisce di introdurre indici ISTAT specifici per settori come l'energia, per evitare distorsioni nel sistema dei prezzi.

Sul tema del subappalto, Confindustria critica i criteri premiali che favoriscono i concorrenti che eseguono direttamente le prestazioni, considerandoli limitativi della libertà delle imprese di ricorrere al subappalto. L'associazione sostiene che la decisione di ricorrere al subappalto dovrebbe essere lasciata neutrale, salvo eccezioni oggettive.

Oice, invece, propone di ripristinare il divieto di subappalto per la progettazione, con l'unica eccezione per attività altamente specializzate (come il restauro o l'archeologia), regolando queste collaborazioni tramite contratti di prestazione intellettuale.

Offerta economicamente più vantaggiosa e illecito professionale: focus sulla qualità

Confindustria chiede di ripristinare il meccanismo di valutazione delle offerte con un equilibrio del 70% per la qualità e del 30% per il prezzo, ritenendo che questo metodo consenta di valorizzare adeguatamente gli aspetti qualitativi delle offerte. Questo modello garantirebbe, secondo l'associazione, il miglior equilibrio possibile tra qualità e prezzo, evitando una corsa al ribasso che spesso penalizza la qualità dei servizi.

Infine, sul fronte dell'illecito professionale, Confindustria propone di limitare l'uso delle misure cautelari e del rinvio a giudizio come fattori per escludere un concorrente dalle gare. L'obiettivo è ridurre il contenzioso che ha storicamente rallentato le procedure di gara, garantendo al tempo stesso il rispetto della concorrenza e della legalità.


Le proposte avanzate da Confindustria e Oice evidenziano la necessità di ulteriori aggiustamenti nel Codice dei Contratti Pubblici, soprattutto in un'ottica di semplificazione e maggiore trasparenza. Se adottate, queste modifiche potrebbero migliorare il funzionamento del sistema degli appalti pubblici, garantendo una concorrenza più equa e una maggiore attenzione alla qualità dei servizi offerti. La Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera sarà chiamata a valutare queste proposte, nell'ottica di una riforma che tenga conto delle esigenze degli operatori del settore e dei professionisti coinvolti.

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