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Caro materiali: cantieri a rischio blocco, l’appello di Ance al Governo

La Presidente Federica Brancaccio chiede l'estensione del provvedimento per coprire gli extra-costi

Il settore delle costruzioni è in allarme. Con il caro materiali che continua a gravare sulle imprese, il rischio di blocco dei cantieri è più che mai concreto. A lanciare l'allarme è la Presidente dell'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Federica Brancaccio, che in un'intervista all'Adnkronos ha messo in guardia sulle gravi conseguenze di un mancato intervento del Governo.

"Le imprese edili sono col fiato sospeso e i cantieri rischiano di fermarsi; a dicembre 2024 scadrà il provvedimento contro il caro materiali e, se non verrà prorogato e adeguatamente finanziato, saranno alti i rischi di ritrovarsi a lavorare con prezzi da era pre-Covid", ha dichiarato Brancaccio. Un quadro allarmante, che si aggrava ulteriormente alla luce dei ritardi nei pagamenti accumulati dallo Stato. "Il problema è ben più complesso: le imprese aspettano ancora i pagamenti del 2022. Un vero e proprio cortocircuito burocratico: il 2023 è stato saldato, il 2022 no", ha aggiunto la Presidente.

La situazione di stallo in cui versano i cantieri italiani è infatti sintomatica di un sistema che, secondo Brancaccio, non riesce a sostenere le imprese nelle sfide attuali. "Come si può pretendere che le aziende rispettino tempi strettissimi quando devono fare i conti con ritardi mostruosi nei pagamenti?", si è domandata, evidenziando l'assurdità di una situazione che rischia di provocare un calo del 7,4% nel settore delle costruzioni nel 2024.

Il quadro, già complesso, è ulteriormente complicato dai ritardi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La Presidente ha sottolineato come anche il Pnrr sia "intrappolato nelle lungaggini burocratiche", con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che ha ammesso il rallentamento della spesa. "Le stazioni appaltanti lamentano che i fondi non arrivano, e le imprese edili? Bloccate nel mezzo, ostaggio di una situazione che si complica di giorno in giorno", ha dichiarato Brancaccio, auspicando che questi ritardi siano solo il risultato di difficoltà burocratiche e non di una mancanza di copertura finanziaria.

Il settore spera che il boom dei lavori pubblici, sostenuto dal Pnrr, possa compensare la fine dei bonus edilizi, ma i dati, secondo la Presidente, non sono incoraggianti. "Speriamo che a fine anno non siano troppo negativi", ha commentato, esprimendo preoccupazione per la tenuta dell'intero comparto.

Brancaccio ha poi puntato il dito contro le criticità che emergono nella fase esecutiva dei progetti. "I bandi si chiudono in tempo, i cantieri si aprono, ma i problemi emergono nella fase esecutiva, tema sul quale anche l'Ue ha acceso i fari", ha osservato. La Presidente ha denunciato che basta una minima modifica al progetto, come una variante ambientale, per far inceppare il processo. "Sulla carta ci sono semplificazioni, ma nella pratica si deve spesso ripartire da capo", ha concluso, mettendo in luce le difficoltà di un settore che rischia di trovarsi, ancora una volta, a dover fronteggiare una crisi senza precedenti.

L'appello della Presidente Brancaccio è chiaro: il Governo deve intervenire con urgenza per prorogare il provvedimento contro il caro materiali e garantire i fondi necessari affinché i cantieri possano proseguire senza ulteriori intoppi. Il futuro del settore delle costruzioni, e con esso una parte cruciale dell'economia italiana, è appeso a un filo.

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