Salva Casa in area sismica: limiti e verifiche secondo le Linee Guida del Mit e la delibera del Veneto
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L’introduzione della sanatoria semplificata Salva Casa ha sollevato numerose questioni, soprattutto in relazione alla sua applicazione nelle aree classificate a rischio sismico elevato. Le incertezze degli operatori del settore hanno reso necessaria una serie di chiarimenti, forniti dapprima dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) con le Linee Guida e, successivamente, da alcune Regioni, come il Veneto, che ha emanato una delibera per definire le procedure da seguire.
Le Linee Guida del Mit sul Salva Casa in zona sismica
A fine gennaio, il Mit ha pubblicato le Linee Guida Salva Casa, un documento che chiarisce molti aspetti dell’applicazione della normativa, con particolare attenzione agli interventi in zone sismiche.
Il principio generale stabilito dal Mit è che nelle zone sismiche, a eccezione di quelle a bassa sismicità, il tecnico incaricato deve attestare la conformità degli interventi alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) vigenti al momento della realizzazione dell’opera. L’obiettivo è garantire che le tolleranze costruttive consentite dalla normativa non compromettano la sicurezza degli edifici nelle aree a rischio sismico.
Le Linee Guida specificano inoltre che la verifica del rispetto delle prescrizioni antisismiche è un requisito obbligatorio per il rilascio del titolo abilitativo o per la formazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). In caso di edifici situati in zone a bassa sismicità, invece, è sufficiente trasmettere la certificazione di idoneità statica, come previsto dalla legislazione regionale.
Il chiarimento della Regione Veneto sull’applicazione del Salva Casa in zona sismica
Nelle more della pubblicazione delle Linee Guida, alcune Regioni hanno adottato provvedimenti per colmare le lacune interpretative. Il Veneto, con la delibera 605513 dello scorso novembre, ha fornito indicazioni operative per la gestione delle pratiche edilizie nelle aree sismiche.
La delibera della Giunta regionale del Veneto riprende il comma 3 dell’articolo 34 bis del Salva Casa, ribadendo che nelle zone sismiche, ad eccezione di quelle a bassa sismicità, il tecnico deve attestare il rispetto delle NTC vigenti al momento dell’intervento.
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda il ruolo delle Unità Organizzative del Genio Civile, chiamate a esprimersi esclusivamente sulle istanze relative agli immobili che, al momento della loro costruzione, risultavano situati in comuni classificati ad alta sismicità (attuali zone 1 e 2) o considerati sismici secondo le normative previgenti. La Regione Veneto ha inoltre chiarito che:
– Devono essere trasmesse al Genio Civile le pratiche di accertamento delle tolleranze e/o di regolarizzazione delle difformità edilizie relative alle parti strutturali dell’edificio.
– Le comunicazioni devono avvenire tramite lo Sportello Unico per l’Edilizia del Comune competente.
– Il Comune ha l’onere di specificare se il procedimento segue l’iter ordinario, quello semplificato del Salva Casa o quello relativo alle tolleranze costruttive.
L’applicazione del Salva Casa nelle zone sismiche è subordinata a verifiche tecniche più stringenti rispetto alle aree a bassa sismicità. Le Linee Guida del Mit e le delibere regionali, come quella del Veneto, hanno contribuito a delineare un quadro più chiaro, stabilendo che l’accertamento del rispetto delle norme tecniche è un requisito essenziale per l’accesso alla sanatoria.
Le indicazioni operative fornite dalle Regioni e dal Mit mirano a bilanciare la semplificazione burocratica con la necessità di garantire la sicurezza delle costruzioni in aree a rischio sismico, evitando sanatorie indiscriminate che potrebbero compromettere la stabilità degli edifici e la sicurezza dei cittadini.
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